lunedì 7 aprile 2008

Per chi vota il Gabibbo

Mettiamola così: io mi auguro sinceramente che l’armata Brancaleone guidata da Uòlter-mai-stato-comunista Veltroni perda.
Il Paese è troppo nei guai per lasciarlo in preda delle crisi adolescenziali di una parte politica che si balocca ancora con le illusioni dei propri sedici anni.
Ciò però significa “augurarsi” che a vincere sia la coalizione guidata da Silvio Berlusconi?

E qui casca il Gabibbo, perché sono mesi oramai che “faccio il difficile”: e una volta è la camicia da Tony Manero, un’altra è il comizio riciclato, un’altra è la solita battuta del cavolo, e via…

La verità è che è successo quello che non avrei mai creduto: mi sono stufato.
Per anni, come molti altri liberali, ho votato per Silvio Berlusconi proprio perché era lui, perché, pur sapendo che lui è liberale quanto io sono buddista, lo reputavo l’unico elemento di novità e di libertà (sia pure una libertà “animale” e non certo politica) del nostro panorama.
Solo che “gli anni passano, i bimbi crescono, le mamme imbiancano” e la vita un po’ ti cambia, e ti scopri sempre meno disposto a mediare tra te, le tue convinzioni, la realtà che ti circonda e questa volgare cosa per cui devi scegliere necessariamente tra la padella e la brace.

Così, tanti auguri Cavaliere, “spero” che Lei vinca, ma lo farà senza il mio voto.
Non ce la faccio, non riesco a sostenere “Dio, Patria e Famiglia” senza dover metter mano ai farmai per i bruciori di stomaco.
Non credo che la salvezza della Patria e dell’Occidente possa essere ottenuta trasformandoci in una società clericale, che si differenzia da altre solo perché i nostri preti sono un po’ più mondani.
Non credo che i valori di uguaglianza che dovrebbero permeare una società liberale siano un argomento su cui si possano fare sconti, solo per non dover dire no a quale tonaca.
Non credo che la sicurezza sia un feticcio al quale sia lecito sacrificare le garanzie e le libertà individuali.
Ora, poiché queste posizioni sono oramai comuni a PD e PDL, uno la copia dell’altro, con i leader che fanno a gara a baciare crocifissi, per me – che il PD comunque non l’avrei votato giacché la sua visione della cosa pubblica (Stato ed economia) mi provoca l’eritema –non c’è proprio scelta.

Caro Cavaliere, come scrive Daw, non sono io a non essere più berlusconiano, è Lei a non essere più Berlusconi.
A questo punto però, visto che m’hanno fregato anche quest’anno ai seggi, e che quindi la fatica è minima, voterò, ma non per l’uomo la cui discesa in campo del ‘93 è oramai solo un bel ricordo.
Voterò alla Camera per i Socialisti e al Senato per quei quattro sfigati del Partito Liberale.
Sarà come annullare la scheda, lo so, ma non importa: se proprio il mio voto deve essere inutile, almeno che sia dignitoso.

3 commenti:

  1. Anche tu? Berlusconi non è MAI stato Berlusconiano nel senso che intendi tu...
    L'amore continua, vedo...

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  2. E sono quasi convinto anch'io a votare socialisti, nonstante un sacco di cose...
    L'alternativa è ovviamente l'annullamento della scheda, per la prima volta nella mia vita (e quindi devo pensar bene a cosa scrivere, ecco)...

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mi raccomando: comportati bene, o sono bastonate!
(ebbene sì, sono tornati i captcha o come accidenti si chiamano; purtroppo ho dovuto metterli per bloccare una nuova ondata di spammer a luci rosse)