lunedì 14 aprile 2008

L’intrinseca volgarità della campagna di quelli più eleganti

Per chi ha deciso da tempo di “sprecare” il proprio voto dandolo a due partiti minori che non hanno alcuna speranza elettorale, i temi “concreti” (si fa per dire) di questa campagna elettorale erano assolutamente irrilevanti, e infatti non hanno trovato albergo in questo blog.

Una cosa però m’ha colpito: la violenza e volgarità intrinseca della campagna di quelli “buoni” ed “eleganti”.

A ben pensarci, era una scelta inevitabile.

Quando la propria strategia elettorale è far dimenticare il proprio legame col passato della politica del nostro Paese, sia quello personale – abbastanza risalente – sia quello di partito, tutto diventa obbligato.

E così, se ci si deve confrontare colo passato, ci si confronta con quello del proprio competitore.

E si tira in ballo l’unica cosa su cui si può competere.

Non i risultati, non la durata delle rispettive storie politiche, ma l’età.

Improvvisamente, una forza politica rappresentata da un Presidente del Consiglio settantenne, il cui governo s’è retto per due anni sui voti del partito dei pannoloni e che ha eletto un Presidente della Repubblica ultraottantenne si scopre giovanilista, e per tutta la campagna elettorale, non potendo dire altro, spara sull’età del leader dello schieramento concorrente.

Lo fa nella maniera più volgare, affidando questa parte da gaglioffi ai comprimari, ai Franceschini di turno, che maramaldeggiano sulle rughe del volto, cercando di far dimenticare che, tutti quanti loro, facevano politica da quando il vecchio coi tacchi, il riporto e la tintura aveva invece ancora tutti i suoi capelli.

È tutto scontato, è tutto naturale, sono le immutabili regole della comunicazione: se non puoi combattere nel tuo campo, cerca di portare la battaglia in quello avversario, ma è anche tutto molto volgare.

Sì, perché in questa condotta si realizza ancora una volta la negazione del principio della responsabilità in politica, il pretendere che le elezioni siano decise non sulla base del giudizio dei cittadini per la capacità mostrata da chi si candida, ma sul colore dei capelli, su quello della pelle, e altre cose che con la politica e gli interessi dei cittadini non c’entrano nulla.

Che questa pretesa sia avanzata da chi dovrebbe essere l’erede di un’idea “alta” della politica è significativo: significa, ancora una volta, che questa pretesa eredità non esiste, perché forse non c’è mai stato questo patrimonio di cultura sempre vantato; era fuffa, un tempo ben agitata da leader di vaglia, ora in mano a scartini i cui limiti sono evidenti e che possono contare solo su una maggiore tonicità della pelle del volto.

A questo punto, tanto vale farsi governare da tronisti e veline: lo spessore è simile, il piacere per l’occhio maggiore.

3 commenti:

  1. Non è sicuramente un argomento determianante quello dell'età. Sicuramente può succedere che uno bravo ottantenne sia meglio di uno scarso 40enne (e questa è una banalità). Però un 70enne (che vuole passare per 50enne) che si è già presentanto candidato premier altre quattro volte può essere un argomento. Peraltro altri argomenti da usare contro chi da dell'eroe ad un mafioso ce ne sarebbero.
    Ciao. Buono scrutinio. (ma ti sei portato il portatile con colleagmento umts?)

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  2. fuarda, n un sistema come il nostro sono osservazioni un po' speciose, quando vengono da chi un giorno ha fatto il ministro, uno il vicepresidente del consiglio... insomma alla fine è il bue che dice cornuto all'asino...
    sì, certo: laptop con scheda UMTS ricordati che sono uno spandimerda milanese :-)

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  3. Spandimerda?
    Comunque se vengo a Milano ti mando il curriculum e ti chiedo di assumermi, sei troppo figo.

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mi raccomando: comportati bene, o sono bastonate!
(ebbene sì, sono tornati i captcha o come accidenti si chiamano; purtroppo ho dovuto metterli per bloccare una nuova ondata di spammer a luci rosse)