“Qui, nella roccaforte rossa, si dovrà permettere una provocazione simile?” urlò. “La vedremo chi comanda qui!”
Una enorme risata accolse quelle parole, e quando si fece un po’ di silenzio l’uomo parlò.
“Ringrazio della sua cortesia il vostro capo.” disse “ma ho il dovere di spiegarvi che non risponde ai miei desideri quanto egli ha affermato. Perché se, alla fine del mio discorso, voi andaste tutti a iscrivervi al partito liberale, io sarei costretto ad andarmi a iscrivere al partito comunista, e ciò sarebbe contrario ai miei principî.”
Non poté continuare perché in quell’istante arrivò sibilando un pomodoro che lo colpì in faccia.
La folla si mise a sghignazzare e Peppone diventò pallido.
“Chi ride è un porco!” urlò al microfono. E la folla diventò muta.
L’uomo non si era mosso e con la mano cercava di pulirsi il viso. Peppone era un istintivo e, senza saperlo, era capace di gesti enormi: si tolse il fazzoletto dal taschino , poi lo ripose e si slacciò il grande fazzoletto rosso che portava al collo e lo porse all’uomo.
“Lo portavo quand’ero in montagna” disse. “Si ripulisca”.
L’uomo scosse il capo, si inchinò e si avvicino al microfono.
“Troppa storia è racchiusa in quel fazzoletto perché la si possa macchiare con un volgare episodio che appartiene alla cronaca meno eroica del mondo” disse. “Per cancellare questa macchia basta un normale fazzoletto da naso.”
Peppone diventò rosso e si inchinò anche lui, e allora un sacco di gente si commosse, e si levò un applauso formidabile mentre il ragazzaccio che aveva buttato il pomodoro partiva a calci nel sedere verso l’uscita della piazza.
Giovanni Guareschi “Don Camillo” – “il comizio”
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mi raccomando: comportati bene, o sono bastonate!
(ebbene sì, sono tornati i captcha o come accidenti si chiamano; purtroppo ho dovuto metterli per bloccare una nuova ondata di spammer a luci rosse)