Il loro lavoro - secondo siti internet e stampa - deve però in qualche modo aver pestato i piedi al governo di Teheran, che li avrebbe per questo arrestati. Da quando si è diffusa la notizia della loro scomparsa prima e della detenzione nel carcere di Evin poi, è partita la mobilitazione per chiederne la scarcerazione. La loro vicenda oggi, primo dicembre, diventa paradigmatica di una difficoltà ancora evidente, in alcune aree del mondo, nel parlare e affrontare con decisione l'Aids.
La vicenda è iniziata nel 2004, complice un servizio sulla Bbc. I due camici bianchi in quell'occasione hanno mostrato fuori dai confini dell'Iran la situazione della diffusione dell'Aids nel Paese. La colpa, probabilmente, è quella di aver reso trasparenti le condizione dei malati e acceso i riflettori su comportamenti non propriamente in linea con la politica governativa.
In Iran infatti, hanno raccontato Arash e Kamiar Alaei, ci sono numerose persone che fanno uso di droghe pesanti, arrivate dal vicino Afghanistan, tante ricorrono alsesso a pagamento e l'omosessualità non è affatto sconosciuta. Ma secondo altri, tra cui gli studenti iraniani, la ragione della loro incarcerazione sarebbe un'altra: l'aver cercato una rete di contatti all'estero per provare a sovvertire la Repubblica islamica. In ogni caso, l'arresto di due medici impegnati nella prevenzione dell'Aids non piace a nessuno in Occidente.
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mi raccomando: comportati bene, o sono bastonate!
(ebbene sì, sono tornati i captcha o come accidenti si chiamano; purtroppo ho dovuto metterli per bloccare una nuova ondata di spammer a luci rosse)