lunedì 15 dicembre 2008

Inchiesta Del Turco: più in basso di così c'è solo da scavare

Appare oggi sul Corriere della Sera un articolo di Pierluigi Battista sul caso Del Turco (qui via Legno Storto).
La sintesi dell’articolo è semplice semplice: hanno arrestato Del Turco con fanfara e sirene, manco dovessero impedire a Osama Ibn Laden di prendere l’aereo per le Petronas Tower, sono andati avanti per mesi dicendo che le prove erano schiaccianti, che Del Turco era al vertice d’un sistema di corruttela eccetera… poi gli è toccato rilasciarlo, e adesso chiedono una proroga della durata delle indagini.

Giustamente Battista si chiede come mai prove cotanto schiaccianti richiedano una proroga delle indagini: forse le stesse si stanno estendendo fino a provare la responsabilità dell’ex governatore dell’Abruzzo nel terremoto del 1915?
A me sovvengono le parole di Scott Turow citate qualche post più sotto, con le quali Turow loda il procuratore federale dell’Illinois per la sua “volontà quasi ossessiva di fissare gli elementi probatori prima di avanzare le accuse”, e ricorda come tale procuratore “non è abituato ad utilizzare il sistema giudiziario per vanificare l´operato delle altre istituzioni democratiche”, esattamente il metodo abruzzese.
Per la seconda volta nel giro di quindici anni, il governo di una regione, espressione costituzionale della sovranità dei cittadini di quel luogo (“L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”) è stato mandato a casa non da libere elezioni, ma dalle manette.
La prima volta la pubblica accusa ha raggranellato una ben magra figura.
La seconda, almeno finora, non sta andando meglio.

Il problema è la natura dell’accusa nel punto di vista dei suoi rappresentanti.
Appare evidente un’idea dell’accusa come il tamburo del revolver alla roulette russa, in cui il PM spera che prima o poi la pallottola si fermi in corrispondenza della canna della pistola, sicché compito del Procuratore è solo quello di far scattare il grilletto più e più volte, finché qualcosa accadrà.
E così si arresta sperando in confessioni, inchieste lampo richiedono proroghe, a ogni assoluzione segue un’impugnazione, in un vortice di inefficienza il cui unico risultato sono la sfiducia o il disprezzo da parte di quei Cittadini che invece dovrebbero poter considerare tutto l’ordine giudiziario il supremo tutore delle proprie libertà.
Avanti così, fatevi altro male, più in basso di così c'è solo da scavare.

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