domenica 13 gennaio 2008

Dio maledica i vescovi della Campania

Quando uno è di buon umore, sta facendo un lavoro un po’ noioso, ma con costrutto, poi arriva il Demonio, ci mette la coda e gli rovina la giornata.
Poco importa che il Demonio abbia la tonaca e lo zuccotto color porpora, sempre del Demonio si tratta…
E così, il Demonio ti spinge a leggere la dichiarazione dei vescovi sul pattume, e tu, già ti chiedi perché i vescovi, anziché occuparsi di Gesù Cristo e del Suo messaggio di amore e salvezza (è il loro lavoro, no?) vadano a rimestare tra i rifiuti… come mai?

Forse perché l’assassino torna sempre sul luogo del delitto, specialmente quando ha lasciato un bel po’ di tracce, che vorrebbe confondere…
Eh sì, perché i presuli campani (si chiamano così, no?) tra un colpo di turibolo e l’altro già in passato si sono espressi sulla “romenta”, e oggi gli viene rimproverato.
Da Antonio «‘O Re » Bassolino, che ricorda con perfidia e ragione come tra le opposizioni alle sue iniziative, ci siano stati «comitati civici, ambientalisti fondamentalisti, vescovi che predicavano contro i rifiuti-demonio»...

E allora, i porporati si esercitano in uno sport nel quale eccellono: il pentimento.
Scrivono: “…prendiamo drammaticamente atto: di aver cooperato agli errori degli altri, prendendovi parte direttamente e volontariamente; di non averli denunciati o non impediti, quando invece saremmo stati tenuti a farlo; o infine, addirittura quando abbiamo protetto coloro che commettono il male…”, non prima però di avere ricordato che la colpa, in fondo, è del male che alligna in noi, “…il frutto dei nostri stili di vita iperconsumistici…”.

Ma ecco il genio, dopo il riconoscimento della colpa, l’auto assoluzione: “...Solo se riconosciamo l’errore consapevolmente commesso, ci viene riaperta la strada della conversione e del cambiamento, la via che farà ri-emergere in noi e tra noi quelle genuine parole dell’unica famiglia umana, ricordateci il primo dell’anno dal Papa: amore, giustizia, funzione dell’autorità, servizio ai più deboli, accoglienza vicendevole, aiuto agli altri, perdono...”, e via, vergini come un bimbo non ancora accostato al parroco, i nostri potranno tornare a pontificare su tutto.

E infatti: “...
Come Pastori, siamo preoccupati… A questo urgente sforzo… intende collaborare attivamente la comunità dei credenti, alla luce della dottrina sociale della Chiesa, che tutti ci invita a lavorare per un nuovo slancio nell’edificazione del bene comune.
…le nostre comunità si sentono particolarmente coinvolte. La stessa Commissione episcopale regionale “Giustizia Pace e Salvaguardia del Creato”
(‘sti cazzi!) non mancherà di predisporre, in collaborazione con la Facoltà di Teologica dell’Italia Meridionale e gli Istituti Superiori di Scienze religiose campani, opportuni contenuti e metodi per specifici itinerari formativi e catechetici, affinché tutti siano messi in grado di dare un informato apporto agli attuali temi della cosiddetta “agenda sociale” e, in particolare, in questi giorni, alla cura dell’ambiente e alla salvaguardia del creato… offrendo a tutti l’opportunità… soprattutto di suggerire di volta in volta le soluzioni che sembreranno più idonee alla luce del Vangelo e della dottrina sociale della Chiesa...

Insomma, non è bastato che si intromettessero in passato, con i disastri che ne sono emersi. Siccome si sono pentiti, ora intendono intromettersi anche per il futuro, impastando i rifiuti con l’aria fritta della dottrina sociale della Chiesa.

Chi glielo dice a questi che il loro lavoro è quello di stare in Chiesa a pregare?
Chi glielo dice che il fatto di essersi studiati i manuali della Santa Inquisizione su come accendere i roghi non gli attribuisce competenze specifiche sugli inceneritori?
Chi glielo dice che se vogliamo sentire vacuità assortite, pronunciate con tono soave, possiamo sempre chiedere l’opinione di Valeria Marini, che almeno ha delle belle poppe?

Chi lo spiega a questi qui, che questa storia per cui prima fanno carne di porco delle nostre vite, poi si pentono e noi dobbiamo perdonarli e continuare a sopportarli, ci ha un po’ rotto l’anima?

L’imperdibile prosa dei vescovi si trova in
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