sabato 19 gennaio 2008

Andrea Marcenaro e le riflessioni dipietriste

Antonio Di Pietro scava nel passato per spiegare, sul suo blog, “cosa penso del caso Mastella, della politica campana e non solo”.
Nella Seconda Repubblica, quella dopo Tangentopoli, il sistema si è ingenierizzato: non si commettono più reati, ma si occupa direttamente il potere negli uffici pubblici e nelle amministrazioni, dando incarichi e ruoli a persone di propria appartenenza e a propri amici. La questione che dobbiamo porci non è se Mastella, Bassolino o altri siano colpevoli o meno sul piano penale, questo riguarda il giudice, ma se è giunta o non è giunta l’ora che non si faccia più politica cercando il consenso attraverso il mercato, il nepotismo, il familismo, il clientelismo, se la politica deve tornare servizio o se la politica deve rimanere un’occasione di conquista di potere”.
Ben detto.
Provate adesso a sostituire “politica” con “giustizia” e giudicate voi se concetti così chiari e originali non valgano almeno un pied-à-terre al figlio, una Mercedes in buone condizioni e duecento milioni di vecchie lire nascosti in una scatola da scarpe.
Il Foglio, sabato 19 gennaio 2008

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(ebbene sì, sono tornati i captcha o come accidenti si chiamano; purtroppo ho dovuto metterli per bloccare una nuova ondata di spammer a luci rosse)