domenica 23 agosto 2009

OGM, il dibattito a sinistra

Nonostante la crisi della stampa, il fatto che quella di partito sia foraggiata allegramente dalle finanze dello Stato fa sì che alla riduzione delle copie vendute continui a corrispondere l’aumento delle testate.

Una delle più recenti è “l’Altro”, quotidiano della sinistra più sinistra (ex rifondaroli o comunque comunisti di qualche schiatta, non mi interessa molto), che da qualche giorno ospita un interessante dibattito sugli OGM.
Tutto nasce quando Gilberto Corbellini, professore de “la Sapienza” con più di qualche quarto di nobiltà sinistra, pubblica un articolo dal titolo “OGM Il biologico è moda, il futuro è OGM”. Apriti Cielo, ne è scaturita una polemica bella aspra, che ha sicuramente ravvivato lo spento dibattito agostano.

L’altro ieri, Corbellini ha rincarato la dose, con un articolo dal titolo intrigante, che ha naturalmente suscitato nuove reazioni, vi propongo l’articolo e qualche link.


Le staminali sì, gli Ogm no.
Ma non sapete dire perché

Mi son chiesto perché coloro che leggendo il mio intervento sugli Ogm hanno reagito come se li avesse morsi una tarantola non hanno dato segni di vita quando David Bidussa ha scritto qualcosa di non molto diverso su sinistra e scienza (vedi l'articolo pubblicato su L'Altro nel sito altronline.it) ricordando l'anniversario della conferenza di Charles Snow del 1959 sulle due culture. L'unica risposta che son riuscito a darmi è stata: perché quello che ha scritto Bidussa non l'hanno capito. Il livello dell'analisi di Bidussa non consentiva certo di far sparate populiste. D'altro canto, se il punto di riferimento a sinistra resta Gregory Bateson, che francamente di epistemologia e scienza non capiva granché, vuole dire che a sinistra si è smesso di studiare.
Del resto a sinistra qualcuno è arrivato a prender sul serio un Massimo Fagioli, il che fa pensare che agli intellettuali italiani di sinistra piaccia il ruolo, ma non lo studio serio.
Prima di riprendere il filo da Bidussa: non mi ha sorpreso riscontrare nei confronti delle mie posizioni, toni identici a quelli che hanno usato i giornalisti de l'Avvenire e i bioeticisti cattolici quando attaccavo la legge 40 e difendevo il diritto di Welby ed Eluana Englaro di decidere come morire.
Avendo scritto un libro intitolato Perché gli scienziati non sono pericolosi, dove tra le altre cose sostengo che le posizioni del postmodernismo sinistrorso sono altrettanto antiscientifiche e illiberali del fondamentalismo cattolico, forse non potevo aspettarmi qualcosa di diverso.
Del resto, se non si capisce che non c'è differenza, sul piano scientifico e del valore pratico della ricerca, tra Ogm e, per esempio, la ricerca sulle staminali embrionali vuol dire che non si sa come stanno i fatti.
E che si ragiona ideologicamente.

Probabilmente, chi giudica gli Ogm pericolosi e le staminali embrionali no, e quindi si schiera peraltro in difesa della libertà di ricerca sulle staminali embrionali, lo fa per far dispetto e dar contro alla Chiesa. Non perché abbia davvero capito che cosa significa libertà di ricerca scientifica, e come stanno i fatti.

I fatti.
Ecco dove alla fine andava a parare Bidussa nel suo intervento, quando concludeva che "i moderni non possono non dirsi scozzesi". L'ingresso nella modernità e quindi la possibilità stessa dell'uomo di uscire dalla condizione di "minorità" di cui parlava Kant riferendosi alla stagione pre-illuminista, è passato attraverso l'acquisizione del rispetto per i fatti, cosa che manca del tutto alle religioni e alle ideologie simil-religiose, e di un atteggiamento scettico che induce a controllare regolarmente quello che viene riportato da altri come un fatto - e anche questo non è certo un tratto gradito dalle religioni e dalle ideologie.

Adottando quegli atteggiamenti che Bidussa vede carenti nella cultura di sinistra italiana, si arriva alle mie tesi "fattuali" sugli Ogm. Che non hanno nulla a che vedere con le dimensioni economiche e politiche connesse con l'uso delle biotecnologie. Un gene è un gene, e un Ogm è un Ogm: la loro natura non cambia a seconda se chi li studia è uno scienziato reazionario o progressista.
Nella scienza le chiacchiere stanno a zero, e bisogna fare gli esperimenti.
Ebbene, gli esperimenti dicono il contrario di quello che gli intellettuali e i militanti di sinistra "credono" su moltissime questioni di natura scientifica. Lo scienziato reazionario e quello progressista possono, invece, avere idee diverse su come usare i geni e gli Ogm.
Per questo in una società democratica moderna i cittadini dovrebbero avere sufficienti elementi conoscitivi su come funziona la scienza, e anche per esempio su cosa è un gene, per scegliere quei governanti che danno maggiore affidabilità di far uso di metodologie obiettive di valutazione dei rischi e delle opportunità implicati nello sviluppo di nuove tecnologie. Chi ha scritto che gli Ogm fanno male alla democrazia, fa un uso pericolosamente disinvolto del termine "democrazia".

Quali sono le condizioni dell'Italia sul fronte dell'alfabetizzazione scientifica e civica?
Pessime.
Chi desideri verificarlo può studiarsi i dati degli Eurobarometri, del World Value Survey e dell'European Value Study.
Non si possono certo stabilire nessi causali esplicativi, e dimostrare in modo scientifico, cioè facendo esperimenti, il nesso tra alfabetizzazione scientifica e qualità della vita civile e politica. Però, guarda caso, le moderne dottrine e istituzioni democratiche sono storicamente successive alla rivoluzione scientifica e i paesi del Nord Europa, dove la qualità della vita sociale è indiscutibilmente migliore, si collocano ai vertici rispetto ai valori di tutti i parametri in questione.

Il problema di fondo della sinistra è sempre lo stesso, cioè come coniugare le aspettative umane incomprimibili ma anche in ultima istanza poco conciliabili, di libertà ed eguaglianza, nella costruzione di un modello funzionale e durevole di democrazia.
Io penso che senza la scienza, cioè senza un miglioramento dell'alfabetizzazione e acculturazione scientifica della società e della politica, questo obiettivo non sarà mai raggiunto.

Se si ostina usare strumenti di analisi e argomenti che sono diventati inadeguati, la sinistra italiana è destinata alla marginalizzazione. E quindi all'estinzione. Perché se si tratta di far leva su emozioni e impulsi di conservazione, funzionano certamente meglio le esche qualunquiste, populiste e giustizialiste dei Di Pietro, dei Travaglio e dei Grillo.

Il marasma intellettuale in cui versa la sinistra e la prevalenza di un pregiudizio antiscientifico sono testimoniati anche dal fatto che sull'organo ufficiale della lista Bersani, il Riformista, l'integralista cattolica Lucetta Scaraffia ha potuto scrivere, senza che ci fosse alcuna reazione tranne un intervento di Anna Meldolesi, che Ignazio Marino è intellettualmente inadeguato come leader del Pd in quanto è uno scienziato. La Scaraffia ha usato dei tipici argomenti postmodernisti cioè relativisti per attaccare Marino. Ma, a parte Meldolesi, nessun lettore del Riformista si è reso conto delle stupidaggini che la Scaraffia spargeva a sinistra ovviamente sapendo di trovare un terreno fertile. Se questi sono i livelli di sprovvedutezza e impreparazione, al punto da farsi dar lezioni di antiscientismo da chi lavora intellettualmente per l'instaurazione in Italia di una teocrazia, c'è poco da urlare al "provocatore". Sarebbe il caso di mettersi davvero a studiare, per dare un contenuto praticabile all'aspirazione di poter coniugare libertà ed eguaglianza.

Gli altri interventi
OGM Il biologico è moda, il futuro è OGM di Gilberto Corbellini
BIOLOGICO Le capriole pro OGM di Roberto Musacchio e Francesco Martone
La risposta di Rina Gagliardi
Che ci faceva su l'Altro un articolo pro Ogm? di Gaia Pallottino
I miei dubbi di Giorgio Nebbia
Siete impazziti? Non vi leggo più di Vinicio Giandomenico Se non ci sono tabù...di Nanni Riccobono

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