lunedì 31 agosto 2009

La jihad dei deficienti

Aspiranti Bin Laden
Mica è sempre l’unidici settembre. Nonostante ce li descrivano come esseri geniali e diabolici, Corano in una mano e mouse nell’altra, furbizia levantina e cinismo occidentale, i terroristi islamici sono tutt’altro che infallibili. Anzi, alle volte più che a bin Laden fanno pensare a Cattivik. Specie dopo il 2001, da quando in certi ambienti l’idea di uccidere per conto di Allah ha iniziato a portarsi parecchio, è pieno di aspiranti bombaroli maomettani che tramano e innescano a maggior gloria dell’Altissimo. E per uno che ci riesce non possono non essercene nove che falliscono. Il problema, semmai, è come falliscono. Perché non diversamente dagli altri comparti del consorzio umano, nell’universo del terrorismo islamico c’è una statistica, fisiologica quota di completi deficienti. I quali, dato l’ambito lavorativo che si sono scelti, hanno alle volte modo di offrire dimostrazioni più che eclatanti della loro idiozia. I Fantozzi del jihad. D’altronde, difficile pretendere che uno che decide di fare il terrorista islamico poi sia pure intelligente. Segue classifica.

5° posto: Piccoli fans (2004)
Dhiren Barot, musulmano indiano trapiantato a Londra, 23 anni, ha un sogno: diventare più famoso di bin Laden. Obiettivo ambiziosetto, ma lui non lascia nulla al caso. Il piano che ha in testa è semplicemente perfetto. Tre attentati, contemporanei. Altro che quei dilettanti delle Torri gemelle. Fase 1: acquisto di tre limousine da imbottire di propano e parcheggiare nei sotterranei di altrettanti hotel ed ivi detonarle. Fase 2: acquisto di diecimila rilevatori di fumo per le stanze d’albergo, combustione degli stessi onde favorire il rilascio di ossido di americio (sostanza radioattiva contenuta negli apparecchi) ed ottenere un contagio nucleare su vasta scala. Fase 3: trivellazione del tunnel della metropolitana di Londra nel tratto in cui passa sotto il Tamigi e conseguente inondazione dello stesso. L’Apocalisse.

Cos’è andato storto
Piano poco meno che diabolico, peccato solo che il nostro: a) lavori alla biglietteria dell’aeroporto e sia senza una lira; b) non faccia parte di alcun gruppo terroristico; c) non abbia armi, equipaggiamento o esplosivi; d) non sia in grado di costruire una bomba. Certificano la dabbenaggine del soggetto ulteriori circostanze quali il fatto che è impossibile buttare giù un edificio col propano, che l’ossido di americio è innocuo e che il tunnel della metro di Londra è spesso decine di metri.

Questo il quadro, c’è solo una cosa più stupida che si può fare. Farsi pubblicità. Il piccolo Dottor Male ovviamente lo fa, si fa beccare e finisce in galera. Insieme a tredici – tredici! – tizi che nel frattempo aveva reclutato e a cui la trilogia di attentati, evidentemente, era sembrata un’ideona.

4° posto: Tieni il tempo (1991)
Il centro culturale Thomas Jefferson di Manila è il simbolo della colonizzazione americana delle Filippine e deve saltare in aria. Arrivano in due, Ahmed e Sa’ad: hanno la bomba, hanno i fili, hanno il timer. E sono due completi deficienti. Primo: decidono di assemblare la bomba dentro il centro. Per farsi luce, dato che è notte e a nessuno dei due è venuto in mente che portarsi una torcia poteva tornare utile, optano per un accendino, oggetto notoriamente indicato per trafficare con le bombe. Miracolosamente scampati, piazzano il timer. Sa’ad lo mette a cinque minuti, così hanno tutto il tempo: bip bip bip.

Stanno ancora raccogliendo la roba quando la bomba esplode.

Cos’è andato storto

Motivo? Il timer era stato appoggiato al contrario, e quello che sembrava un 5 in realtà era un 2. Cose che capitano, e poi mica uno può girare con le istruzioni del timer. Ahmed viene disintegrato seduta stante. Sa’ad, sbalzato fuori dall’edificio, viene raccolto da un taxista che lo scambia per una vittima e lo porta all’ospedale, dove poco dopo lo arrestano.

3° posto: Artiglieria pesante (2000)

Lo Yemen, patria di bin Laden, è zeppo di uomini di Al Qaeda. Gente col brand, indiscussi leader del settore. Che infatti hanno solo trovate geniali. Tipo caricare un po’ di esplosivo su un gommone e andare a farsi esplodere accanto alla portaerei americana “The Sullivans” (che visto il nome un po’ se lo meritava), ormeggiata al largo nel golfo di Aden, ed affondarla. Piccola barca scoppia, grande barca affonda, sempre sia lodato. Efficace, eppure semplicissismo: c’è solo da imbarcare qualche bomba ed è fatta.

Il momento è solenne: il prescelto per la missione è pronto a spingere in acqua il natante. I compagni lo abbracciano e lo incoraggiano al supremo sacrificio. Qualcuno prega. Il martire accende il fuoribordo, e si avvia verso la gloria. Gli altri lo guardano dal molo. Lo guardano allontanarsi e diventare sempre più piccolo, finché non sparisce dalla loro vista.

Cos’è andato storto

Soltanto in seguito si apprenderà che era sparito sì dalla loro vista, ma perché era affondato. Il fenomeno aveva fatto le cose in grande con le bombe, stipando nella bagnarola una quantità spropositata di esplosivo. Il cui peso trascina giù gommone, carico e kamikaze. Che inizia a fare glu glu con la faccia di Wil E. Coyote.

2° posto: Hot wheels (2007)

Quello di Glasgow è l’aeroporto più trafficato del Regno Unito: un obiettivo perfetto per i due terroristi islamici più cretini della storia della Scozia (ammesso ne siano esistiti altri). I quali hanno l‘idea di caricare di propano una jeep, guidarla attraverso l’ingresso principale dell’aeroporto medesimo, andarsi a schiantare contro il primo muro disponibile e da lì transitare direttamente in paradiso.

Cos’è andato storto

Piano rudimentale, ma non privo di efficacia. A patto solo di avere visto almeno una volta nella vita l’aeroporto di Glasgow. Dettaglio che i due avevano colpevolmente trascurato, ignorando dunque che a dieci metri dall’ingresso principale ci sono – come fuori da ogni edificio pubblico – quei piccoli panettoni di metallo che servono a non far passare le macchine. Contro il primo dei quali i nostri finiscono pertanto a schiantarsi. Siccome è comunque di professionisti che stiamo parlando, il propano si incendia all’istante, trasformando la jeep in una mortale palla di fuoco. Ferma a dieci metri dal suo bersaglio.

I due scendono avvolti dalle fiamme. Mentre uno si dà all’affannosa ricerca di una pozzanghera l’altro, perché sia chiaro che mamma non ha cresciuto pappemolle, tira un cazzotto al primo poliziotto accorso. Col brillante risultato di trovarsi cinque secondi dopo, oltre che sinistrato e a fuoco, con un imprecisato numero di agenti inspiegabilmente nervosi che lo sfigurano a mazzate.

1° posto: Deficienti.avi (2007)

Tutto è pronto: il commando, le armi, le mappe, gli obiettivi. Scorrerà il sangue alla base di Fort Dix, New Jersey. Il gruppo di fuoco è pronto, manca solo una cosa: il video di rivendicazione, che se poi non ti si vede in tv che dici Allah akbar allora che lo facciamo a fare. Dunque, si procede all’acquisto della videocamera di ultima generazione, si sceglie la location, si lucidano i fucili, giù il passamontagna e tutti in posa. Tasto rec. Pochi minuti dopo, il documento è pronto. È venuto benissimo, sai il figurone. La copia nella memoria della videocamera è per loro, bisogna fare quella per la Storia. Solo che nessuno sa come diavolo si fa a riversare il video su dvd. Vabbè, si dicono, un modo lo troviamo.

Cos’è andato storto

Non avendo tempo da perdere, i fenomeni si presentano con la videocamera da Circuit City – sorta di Standa di fotografia e cinematografia amatoriale americana – e chiedono al commesso di sviluppare il dvd col contenuto della telecamera. Il ragazzo, convinto di avere in mano l’ennesimo video di qualche palloso matrimonio, esegue. Collega l’apparecchio, prende il file e lo copia sul dvd. Per controllare che funzioni, lo apre. E vede gli esaltati che sventolano il kalashnikov. Si allontana con una scusa, quelli aspettano fregandosi le mani. Qualche minuto, e l’Fbi viene a prenderseli.


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