J’ACCUSE DI BARBARA PALOMBELLI: UNA VOLTA C’ERANO I PARTITI, OGGI CI SONO GLI ARRIVATI TRAVOLTI DAL QUALUNQUISMO ANTI-CASTA, DIETRO IL QUALE SI MUOVONO I PESCECANI DEL CAPITALISMO AFFAMATI DI BANCHE, IMPRESE STATALI, STRADE, A COSTO QUASI ZERO… Caro direttore, i partiti in crisi si arroccano, si stringono nei loro feudi, alzano il ponte levatoio del 4 per cento. Per chiudere, semplificare (?), alleggerire... se per il centro-destra è una forzatura, per il Pd è una follia: rischiano di saltare quasi tutte le giunte locali, con il risultato di inasprire i rapporti a sinistra oltre ogni limite. E l'ennesimo blocco non servirà, non risolverà una crisi interna di credibilità che ha ragioni profonde. C'erano una volta i partiti e i sindacati tradizionali. A forma piramidale: dal quartiere al Quirinale, dal paesino alla presidenza del Consiglio, dalla tessera sindacale al vertice delle organizzazioni. Se il sindacato - con tutte le riserve sulla quota eccessiva di pensionati in grado di ipotecare il futuro - è rimasto com'era, i partiti si sono invece ristrutturati. Al peggio, seguendo ondate di qualunquismo ricorrenti - spesso orientate da interessi precisi, quelli del capitalismo alle vongole che voleva e vuole ancora moltissimo mettersi in tasca le banche, le case, le strade, le imprese e le aziende statali (quelle conquistate e riconquistate per tutti con il lavoro e la fatica dei nostri genitori e nonni) a costo quasi zero. Vista da vicino, questa ristrutturazione forzata - a colpi di referendum e di inchieste giudiziarie, a destra e a sinistra - ci consegna oggi una forma-partito a tre strati. 1)La base. Oggi non esistono più sezioni, parrocchie, luoghi aperti dove "fare politica". La base è il pubblico televisivo (per chi vota centro-destra), sono i passanti-firmatari delle primarie (per chi vota ulivo-pd), uniti ai manifestanti a vario titolo, ai sondaggiati. Gente che fa altro dalla politica, massa influenzata da tv, talk-show, titoli di giornali... A volte è stata definita società civile (contro quella cosiddetta incivile della politica), altre volte maggioranza silenziosa, o popolo dei fax, girotondini, grilli, ultimamente, a sinistra, con grande enfasi: popolo delle primarie!!!! Io preferisco chiamarli, senza offesa, "il partito dei firmatari". Persone in ottima fede che mettono la firma sotto un progetto o un leader ideale (poi tornano a casa e magari rubacchiano sui contributi alla colf, sul condonino edilizio, sulla fattura...ma lo fanno - poveri - per difendersi dalla partitocrazia, dalle caste, ecc). 2)Gli eletti. Quelle migliaia di uomini e donne che hanno preso voti con fatica, hanno messo le loro vite al servizio degli altri, pronti ad essere crocifissi nelle piazze, nei tribunali, ovunque sia possibile (la gran maggioranza per stipendi insufficienti e indecenti, comunque sempre al di sotto di quelli di chi li giudica in tv e sui giornali). 3)I Nominati, i parlamentari venuti dal nulla. Amici del leader o del capo-corrente, sono arrivati in Parlamento per un'intervista, una cena, un incontro intimo, una combinazione, una botta di fortuna, ecc. Si affannano a scegliere cravatte, parrucchieri e ristoranti nel centro-storico, rilasciano interviste sulla politica estera, sperano in un invito televisivo. Questi tre gruppi umani sono - ovviamente- incompatibili e perennemente in conflitto fra loro. Il pubblico dei passanti e degli spettatori tv cerca sempre personaggi nuovi - proprio come nei reality - a cui affezionarsi, tanto a destra quanto a sinistra. Se un paio d'anni fa le loro star erano Bertinotti e Santanché, oggi flirtano con Soru e Polverini... E' normale che sia così: Ci fossero state le tv e le primarie, battutine ed emotività alla radice delle scelte nazionali, personalità come De Gasperi e Togliatti avrebbero mai potuto fare politica? Gli eletti, che in fondo sono gli unici autentici detentori della delega politica classica e democratica, quelli sono stritolati tanto dal popolo dei passanti-televisivi quanto dai nominati-parlamentari. Chi sopporta le grida dei sindaci, si chiamino Moratti o Cacciari? Guai a mettere in lista assessori o gente che viene dalla fatica quotidiana... I nominati hanno sullo stomaco i politici locali del sud, i sindaci, i governatori, i leghisti del territorio: nelle cenette romane ne sparlano come si faceva una volta con i parenti poveri. Gli eletti o "si montano la testa" o "sono impresentabili", puah! E pensare che i nominati devono agli eletti tutti i privilegi romani... I cittadini - intanto - avrebbero delle loro priorità impellenti da comunicare ai politici. Sanità, criminalità, droga, lavoro, opere pubbliche, piccole e grandi violenze subìte: se queste sono le ansie collettive, non si capisce bene a che servano circoli, gruppi, accolite internettiane spocchiose e autoreferenti. Servirebbero - di nuovo - sezioni di quartiere dove sia possibile fare politica, parlare dei propri guai, lavorare per rimuovere le ingiustizie. E, perché no, allevare una nuova classe dirigente - dopo averla selezionata nel duro lavoro dei municipi, dei paesini, delle amministrazioni vere del territorio. Sono antica? Eppure, in tutto il mondo civile, la politica funziona ancora così. Perfino negli States - ormai - il rapporto fra cittadini comuni e politica è più stretto e diretto che in Italia. Chi ha demolito e continua a demolire la piramide della democrazia fa dei guasti - forse - irrimediabili. |
Nessun commento:
Posta un commento
mi raccomando: comportati bene, o sono bastonate!
(ebbene sì, sono tornati i captcha o come accidenti si chiamano; purtroppo ho dovuto metterli per bloccare una nuova ondata di spammer a luci rosse)