giovedì 29 gennaio 2009

Davide Giacalone e "Il linciaggio della legge"

Giacalone è una penna acuta, e oggi scrive delle cose assolutamente condivisibili sul rapporto tra legge e costruzione dell'opinione pubblica.

IL LINCIAGGIO DELLA LEGGE

Soffiano sul fuoco, che li brucerà.
Ho il voltastomaco, a proposito di rumeni, violentatori e dintorni. Non tollero ipocriti e profittatori.
E’ stato arrestato, ad Avellino, un professore sessantenne, accusato d’allungare le mani sulle studentesse. C’erano numerose denunce, una ragazza ha subito intollerabili abusi, è ai domiciliari.
Ma il (presunto) maialone nostrano non fa notizia e non c’è nessun indignato parlante.
Scommetto: tornerà libero, non perderà il posto e sarà condannato, se lo sarà, quando non avrà l’età per scontare. Ma a nessuno frega niente.
I rumeni, invece, quelli sì che sono un piatto ghiotto.
Auguro loro che la sentenza li raggiunga prima della decorrenza dei termini di custodia cautelare.
Accertare la loro colpevolezza spetta ad un tribunale, ma, a naso, direi che la galera se la sono meritata.
Aggiungo che sono favorevole all’introduzione del reato d’immigrazione clandestina, e se la Romania, comunitaria, ci spedisce troppi delinquenti si può anche spiegarle che i trattati vanno rivisti.
Ma le scene televisive del “dagli al rumeno” fanno schifo, anche perché la ressa era principalmente di cameraman e fotografi, alla ricerca di qualche italiota che testimoniasse la voglia di linciaggio.
Abbiamo una legge che proibisce di fotografare una persona in manette. La cosa non si risolve mettendo un pallino sulle manette, o tagliando la foto per farle sparire. La legge c’è, ma nessuno la fa rispettare e pare nessuno ne comprenda il significato.
Che rispetto merita un Paese che stampa le leggi sui rotoloni soffici, destinandole ad uso acconcio?

Ho letto che gli inquirenti sostengono di averli arrestati grazie alle intercettazioni telefoniche, che siano benedette e che nessuno ce le tolga. Ci hanno presi per scemi.
Cosa hanno intercettato, in un giorno?
In realtà, quelle canaglie hanno anche rubato il cellulare alla loro vittima, ed avendolo acceso la compagnia telefonica (come prevede la legge, per tutti i cellulari rubati) è stata in grado di dire esattamente dove si trovava il telefono. Il che, con il dibattito sulle intercettazioni, non c’entra un fico secco.Lo ripeto: attenti, politici e magistrati stanno allevando un mostro, con l’aiuto di un giornalismo che cerca lo strillo per farsi sentire, non di ragionare per avere qualche cosa da dire.


Io ho solo due osservazioni: la prima riguarda le intercettazioni telefoniche, il cui abuso è tanto palese da essere autoevidente.
La seconda è sui rischi: per Giacalone politici, giornalisti e magistrati stanno allevando un mostro, per me il mostro ha oramai i baffi, le spalle larghe e sta per partire militare di leva, da quanto è stato allevato bene.

4 commenti:

  1. E figuriamoci se non dava un colpo alla botte (le intercettazioni)...
    Non sa nulla di quel che è successo, ma sa che le intercettazioni non c'entrano. Complimenti.

    Per il resto, come ho detto anche di altri, mi pare che Giacalone abbia scoperto l'acqua fredda, nemmeno quella calda.
    Davvero, vent'anni (sessant'anni) di politica razzista, di propaganda fatta di battute, show e barzellette e oggi Giacalone si sveglia e si accorge di vivere in un paese di merda? Be', se ha scoperto ora come stanno le cose, è ottuso, altro che acuta.

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  2. Beh, in 24 ore mi pare chiaro che è più il posizionamento che le intercettazioni, e vale il discorso che, essendo lo stupro punito con una pena superiore ai 10 anni, sarebbero utilizzabili anche dopo una revisione dell’attuale legge…
    Detto questo, mi spiace, ma sbagli obiettivo, che non è il razzismo, ma una gestione della politica della giustizia che ha trasformato tutto in guerra, generando l’attesa di pene draconiane, condotte sbrigative e legittimando gli atteggiamenti più infami.
    Sono decenni oramai che l’applicazione della giustizia è diventata una guerra, e tutto è iniziato con la guerra al terrorismo e al crimine organizzato, nel cui nome si è fatto strame di ogni principio di civiltà giuridica, mentre i pochi che si opponevano in nome dei principi liberali sono stati additati come collusi.
    Quando inizi a spiegare all’opinione pubblica che la giustizia non è una branca della pubblica amministrazione, ma delle forze armate, e che tutto è lecito, il virus si diffonde e contagia tutto e tutti, la diga cede, e i liquami ricoprono tutto.

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  3. Ok, ho letto l'ultimo paragrafo. Ritiro tutto, tu e Giacalone non sapete nemmeno dov'è il rubinetto.

    Senti, ma la caccia allo straniero chi l'ha da sempre fatta? Chi urlava al linciaggio, per favore, su... Dare la colpa ai magistrati è ridicolo.
    Ai giornalisti, di cui Giacalone non so se faccia parte, sì... Ma iniziamo a fare i nomi, però. Troppo comodo parlare di "giornalisti", soprattutto da parte di chi scrive su quotidiani che dello scandalo hanno fatto la norma.

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  4. >Quando inizi a spiegare all’opinione
    >pubblica che la giustizia non è una
    >branca della pubblica amministrazione,
    >ma delle forze armate,

    E chi lo spiega? A me sembra che si stia convincendo l'opinione pubblica che la magistratura deve fare la serva del governo.
    E mi sembra che la confusione tra forze armate e pubblica sicurezza la stia facendo questo governo.

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(ebbene sì, sono tornati i captcha o come accidenti si chiamano; purtroppo ho dovuto metterli per bloccare una nuova ondata di spammer a luci rosse)