A me, "Fratelli d'Italia" piace. Perché, in un Paese dimentico di sé, rapresenta un bigino i quello che fu la lotta per il nostro Risorgimento. Poi, probabilmente è brutto, ma non è bello ciò che è bello...
...a proposito di questo dibattito estivo (eternamente ritornante), non c’è dubbio che tra “Va’ Pensiero” e l’Inno di Mameli non c’è partita: il primo è bellissimo, il se-condo è molto brutto, come pensava, fin dall’inizio, Giuseppe Mazzini. Il primo contiene forse non bei versi, ma un concetto fondativo ed entusiasmante: la libertà. Ed esalta la volontà di riscatto di un popolo oppresso. anzi schiavo, nonchè la dolcezza degli affetti legati al luogo in cui si è nati e cresciuti. Il secondo è denso della più vieta retorica bellicista e maschilista, con quella celebrazione di Roma che sta un po’ tra il ridicolo e l’osceno (“Dov’è la vittoria...che schiava di Roma Iddio la creò”) e quell’invito eroico che oggi suona quasi come una comica ( “Stringiamoci a coorte\siam pronti alla morte”). Perché mai, quando nacque la Repubblica e si trattò di sosti-tuire la “Marcia Reale” (e “Giovinezza” che per vent’abnni erano stati i due inni nazionali di fatto) i costituenti decisero per Mameli-Novaro, è un vero e proprio mistero. E’ vero che la marcetta risorgimentale era nota, cantata e forse perfino (?) apprezzata, ma certo non più del coro di Verdi. E allora? Allora, forse, pesò il fatto che l’Inno di Mameli aveva il carattere battagliero e appunto “marciante” che in genere hanno gli inni nazionali - anche i più belli, come la Marsigliese. O la banale considerazione che si trattava davvero di un parto risorgimentale, scritto da un giovane e ardente eroe repubblicano - là dove il “Va’ Pensiero” si riferiva ad un altro popolo e non era abbastanza roboante. Misteri d’Italia, ad ogni modo.
Ora, ad autunno, ci dovremmo occupare di questioni più urgenti. Certo, se il “Va Pensiero” diventasse finalmente l’Inno nazionale, noi (personalmente) saremmo molto contente. Ma non sarebbe una vittoria di Umberto Bossi: sarebbe una “vittoria” di Giuseppe Verdi, la nostra vera gloria nazionale in fatto di Musica - con la emme maiuscola.
Rina Gagliardi, l'Altro
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Un inno nazionale dev'essere innanzitutto cantabile (oppure lo fai senza parole, come quello spagnolo).
RispondiEliminaVa' Pensiero diventerebbe un'orrida poltiglia di suoni, soprattutto dalla bocca di un popolo che come massima educazione musicale ha la rottura di timpani dei vicini di casa per mezzo del flauto dolce.
Io comunque voto per "la terra dei cachi"