Lettera a Luca Ricolfi By Mauro della Porta Raffo |
Caro Ricolfi,
adoro, semplicemente adoro, i suoi scritti.
Concordo, pienamente concordo e ogni volta, con lei.
Solo, mi chiedo: come mai questo fine intellettuale, nato nel 1950, ha impiegato decenni e decenni per comprendere cose che io capivo e notavo già nel 1968 e dintorni?
Come mai gli è stato necessario un infinito lasso di tempo per arrivare ad intendere che lui stesso con le sue idee e i propri sodali è all’origine del patatrac intellettuale e sociale nel quale ci troviamo e che denuncia?
La risposta, se me lo consente, è semplicissima: lei è di sinistra e pertanto incapace di afferrare se non appunto a distanza di decenni come e dove va il mondo e soprattutto di ammettere la nefasta conseguenza delle azioni intraprese sulla base di una cieca ideologia.
Alcuni tra voi sedicenti intellettuali ‘sinistri’ hanno letto da giovani un paio di libri e visto quattro film e per questo si ritengono colti.
Lei, oggi e non solo da oggi per sua fortuna, emerge dallo stagno, ma quanti tra i suoi antichi ‘compagni’ con le rane colà tuttora gracidano pretendendo comunque di impartire lezioni a destra e a manca?
Suo Mauro della Porta Raffo
Varese, 23 luglio 2009
Di seguito, la risposta ricevuta da Luca a stretto giro di mail:
“Caro della Porta,
mi sembra che lei abbia sostanzialmente ragione sugli intellettuali di sinistra e sulla mia generazione.
Posso solo aggiungere che, per quanto mi riguarda, ho messo un anno (dal 1968 al 1969) per capire che i contestatori non avevano voglia di studiare e tre anni (dal 1968 al 1971) per capire che la maggior parte dei militanti extraparlamentari amava comandare più che cambiare il mondo.
Dunque, sono stato un bradipo rispetto a lei, ma tre anni sono comunque meno di quaranta.
Un saluto cordiale.
Luca Ricolfi
http://www.cartalibera.it/publish/article_447.shtml
Puttanate, caro Gabibbo...
RispondiEliminaOra è sport nazionale dare la colpa al sessantotto, così ci si lava la coscienza a destra e a manca.
Puttanate.
perché guardi il dito e non la luna? non è il '68 il protagonista di questo scambio, ma la "regola dei vent'anni" (spesso quaranta) per la quale in Italia gli intellettuali di (e la) sinistra arrivano pe3rennemente in ritardo agli appuntamenti con la storia, di questo parlano Della Porta Raffo e Ricolfi.
RispondiEliminaCiao, e buona settimana
Parlo del dito perché ne parlano loro, e anzi, parlano solo del nero sotto l'unghia dello stesso.
RispondiEliminaLa boutade del Porta Raffo è assolutamente sterile. Buttar via tutta la rivoluzione di quegli anni come patatrac intellettuale è come parlare della rivoluzione francese fatta solo di teste mozzate o della rivoluzione americana in termini di tazze di tè sprecate.
Un po' limitante, non trovi?