A esporle è una delle più raffinate menti giuridiche del Partito repubblicano, Theodore Olson, il quale sta cercando di convincere una corte federale della California a cancellare il risultato del referendum dello scorso anno che ha negato il diritto alle nozze alle coppie omosessuali. La sentenza si conoscerà fra tre settimane, poi si passerà alla Corte Suprema della California, ma mai come questa volta si avverte la sensazione che i promotori della parificazione tra matrimonio etero e omosessuali possano farcela.
Il paradosso è che il merito sarebbe di un esponente di primo piano della destra repubblicana, un po’ come nel film “Avatar” gli indigeni buoni e gentili hanno bisogno di un marine per sconfiggere gli imperialisti del complesso militare industriale.
Olson non è un personaggio qualunque. E’ stato vice attorney general negli anni di Ronald Reagan, oltre che difensore del presidente ai tempi dello scandalo Iran-Contra. Nel 2000 è stato l’avvocato di George W. Bush davanti alla Corte Suprema nella sfida legale che ha chiuso il caos dei riconteggi in Florida e consegnato la presidenza al suo assistito. Bush lo ha ricompensato nominandolo solicitor general, il capo dell’Avvocatura dello stato americana. L’11 settembre del 2001, Olson ha perso la moglie Barbara, opinionista conservatrice, sul volo American Airlines che da Washington è partito per Los Angeles, ma che si è schiantato sul Pentagono.
Ted Olson è considerato un avvocato formidabile, capace di vincere quasi tutte le cause che discute davanti ai giudici della Corte Suprema. In questa occasione è affiancato dal democratico David Boies, l’avvocato di Al Gore alla Corte Suprema, suo avversario nel 2000: “Circa nove anni fa – ha detto Boies al New York Times – la gente mi ha accusato di aver fatto perdere tutto il paese. Ma questa volta Ted e io siamo dalla stessa parte”.
La copertina di Newsweek è dedicata alla battaglia californiana sul matrimonio gay e ospita un saggio di Olson, dove l’avvocato espone le argomentazioni conservatrici a favore delle nozze omosessuali: “Molti dei miei amici conservatori hanno un riflesso condizionato quando si parla di matrimonio gay. Non ha alcun senso, perché le unioni tra persone dello stesso sesso promuovono i valori che i conservatori apprezzano”.
Il matrimonio, spiega Olson che si è sposato quattro volte, è il pilastro della società. Quando funziona è un legame tra due individui che si impegnano a creare una famiglia e una partnership sociale ed economica. La società incoraggia le coppie a sposarsi perché l’impegno reciproco beneficia non solo la coppia, ma anche le loro famiglie e le comunità. “Il fatto che anche persone omosessuali vogliano essere partecipi di questa vitale istituzione sociale è la prova che gli ideali conservatori godono di un consenso larghissimo. I conservatori dovrebbero esserne felici, invece che lamentarsene”.
Olson usa l’argomento fondamentale dell’esperienza americana: “Non credo che la nostra società potrà mai essere all’altezza della promessa di uguaglianza e del diritto fondamentale alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità finché non fermeremo un’odiosa discriminazione fondata sull’orientamento sessuale”.
Poi passa ad analizzare le ragioni del “no”.
La spiegazione primaria è quella della tradizione, ma secondo Olson dire che una cosa è stata sempre in un modo non significa che debba restare così, altrimenti ci sarebbero ancora le scuole segregate e il divieto di matrimonio tra bianchi e neri.
Il secondo argomento è quello della procreazione. Per Olson non ha senso, anche perché bisognerebbe vietare le nozze tra anziani, tra detenuti e tra chi non vuole avere figli. Impedire il matrimonio gay, aggiunge, non convince gli eterosessuali a fare più bambini. Allo stesso modo, legalizzarlo non scoraggia gli etero a sposarsi: “Il punto è che non c’è nessuna buona ragione per vietare il matrimonio tra partner dello stesso sesso. Ma ce ne sono parecchie a favore”.
da Camillo