lunedì 9 novembre 2009
Berlino, vent'anni dopo
Dopo vent'anni, ricordo ancora l'emozione di vedere un pezzo di incubo svanire, ricordo la speranza di vivere in un continente finalmente riappacificato e unito da un'unica bandiera di libertà.
Dopo vent'anni, con i capelli bianchi sono venute molte delusioni, ma le immagini dei nostri fratelli che "tornavano in Europa" a Praga, a Varsavia, a Berlino, riescono ancora a commuovermi.
E quando atterro in uno di quei luoghi, l'altrimenti inutile bandiera dell'Unione Europea mi ricorda che sono ancora a casa: una cultura, una moneta, un sistema di garanzie finalmente condiviso.
Oggi aspetto.
Aspetto che altri muri cadano e che i nostri fratelli che in tutto il mondo gemono schiacciati dalle dittature, possano condividere quel dono di libertà di cui noi godiamo immeritatamente ogni giorno di più.
È per loro che oggi deve essere un giorno di speranza.
Perché anche per loro verrà il giorno in cui, come racconta Sharansky nel suo "The case for democracy", le braccia di quegli stati che tengono i propri cittadini sotto tiro inizieranno a stancarsi, finché il loro peso non diverrà insostenibile ed esausti abbasseranno le armi.
Spero di vedere ancora tanti muri cadere, spero di vederli cadere presto.
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