Sono nato nella "vecchia" zona 3 di Milano, quella che andava da porta Venezia a piazzale Loreto, dal lato sud della stazione Centrale al lato "interno" della circonvallazione esterna.
Ho vissuto per tutta la mia infanzia nella parte più viva di questa zona, tra corso Buenos Aires e "la stazione", da sempre luogo di prima immigrazione, brulicante di negozi d'ogni tipo e dal traffico incessante. E ho giocato da bambino nei giardinetti di via Benedetto Marcello.
I giardinetti erano una porcheria: oggi stanno tutti a piangere quando si costruisce un giardinetto sopra a un parcheggio (con finte collinette, alberi scelti ad hoc per le loro radici a crescita orizzontale eccetera), ma quando il “giardinetto” di via Benedetto Marcello
nacque, negli anni ’20 del secolo scorso - sopra a quella che ricordavo essere una stazione di pompaggio dell’acqua potabile e che invece sembra fosse una centrale AEM - tutte queste menate non c’erano.
Il giardinetto consisteva in una vasca per la sabbia dove i bambini facevano le piste per le biglie, un rettangolo per pattinare, uno scivolo, quattro panchine. E gli alberi? Quelli erano relegati ai margini esterni del marciapiede, là dove la centrale di pompaggio non arrivava.
E poi c’era l’orso.
Era un orso di cemento, che a noi bambini sembrava grandissimo, accucciato in modo che i piccoli milanesi potessero usare la sua schiena come scivolo.
Un giorno, poiché la stazione di pompaggio/centrale AEM era chiusa da molti anni, qualcuno saggiamente decise di sfruttare il vuoto già esistente nel sottosuolo come punto di partenza per costruire un bel parcheggio sotterraneo.
Siccome, oggi, in questo Paese siamo tutti molto efficienti, tutta la storia sta richiedendo un tempo pari a quello in cui hanno costruito l’
Autostrada del Sole.
È successo che, dopo aver costruito in circa due anni lo scatolone di cemento armato che contiene il parcheggio, sono iniziati i problemi.
In via Benedetto Marcello si tiene da sempre uno dei più importanti mercati all’aperto di Milano, e quindi si poneva il problema di come conciliare il nuovo “giardinetto” con il mercato, che i residenti naturalmente vorrebbero tanto vedere spazzato via da un ordigno termonucleare e che, non disponendo di questo, hanno pensato bene di usare un’arma ancora più devastante: la sovrintendenza ai beni culturali, che in Italia si sa protegge ogni ciottolo che abbia più di quindici giorni.
Lo scorso 20 ottobre, l’assessore Simini ai Lavori pubblici, Bruno Simini, ha
dichiarato che: «
Il parere positivo della Sovrintendenza finalmente sblocca i lavori sopra il parcheggio. Il primo lotto di lavori parte a gennaio».
Personalmente sono un bel po’ preoccupato per quel minaccioso «
primo lotto di lavori» che mi fa pensare che la tragedia non sia affatto finita, ma bisogna coltivare la speranza.
Nel frattempo,
durante lo stoccaggio o il ritorno a casa l’orso Marcello è stato danneggiato, e la cosa mi fa soltanto incazzare…