lunedì 8 febbraio 2016

Formigoni, le camicie, i coinquilini e le checche

Dopo lo squallido tweet sulle checche di Roberto Formigoni, si fa a gara a sparare ad alzo zero sulle sue camicie, il suo coinquilino e le sfuriate (ci sarebbe da dire scheccate) aeroportuali.
Credo che il convivere da vent’anni con un coinquilino non deponga sul tema dell’orientamento sessuale di Roberto Formigoni.
Molti in CL (e in altre fratellanze religiose, anche non cattoliche), avendo fatto una scelta di castità tendono a vivere raggruppati in comunità più o meno piccole, per offrirsi sostegno fisico e spirituale reciproco, e un po’ sì, diciamolo, per controllarsi a vicenda.
Può sembrarci triste, ma è una libera scelta, che non c’entra con l’orientamento sessuale.
Qui a Milano le voci sull’extravergine del pirellone sono sempre state che facesse lo zozzone appena fuori confine con rappresentanti del gentil sesso. Chi se ne frega.  Con chi trombasse o trombi non cambia di una virgola il fatto che tale condotta sia, per lui, da zozzoni, e per noi da ipocriti, visto quello che s’è sempre detto sulle scelte di castità.
In definitiva, etero o gay, resta uno sguaiato zozzone e basta.

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(ebbene sì, sono tornati i captcha o come accidenti si chiamano; purtroppo ho dovuto metterli per bloccare una nuova ondata di spammer a luci rosse)