L’iniziativa mi pare essere naufragata, poiché sembra che gli attuali “padroni” del PLI useranno una clausola dello statuto per impedire ai nuovi iscritti di votare al congresso… una cosa da assediati, che rende bene come il partito sia stato inteso come giocattolo per pochi, ma che non mi scandalizza neppure tantissimo, perché in fondo “la carica dei tesserati di Facebook” mi pare un’operazione altrettanto negativa, un’OPA di esterni che pretendono, in ragione di non si sa cosa di “comprarsi” la sigla dalla notte al mattino senza neppure pagare l’avviamento.
Dopo di che, dopo diversi giorni di meditazione dovuti al fatto che la prima versione della mia risposta mi sembrava troppo negativa, ho preso coraggio, e ho steso la risposta.
L’iniziativa è nata su Facebook e mi pare proprio nello stile di Facebook: il tentativo di fare finta che non sia successo nulla, di ignorare il tempo passato.
Questo sarà il diciottesimo o il diciannovesimo tentativo di rifare il PLI, e sembra che nessuno voglia mai chiedersi laicamente come mai i precedenti diciassette tentativi sono falliti.
La mia opinione è questa: non si può combattere contro la storia.
E la storia dice che i partiti del 2% sono scomparsi per sempre.
Ora c’è un nuovo sistema elettorale, che impedisce a chiunque non raggiunga il 4% in coalizione o l’8% da solo di entrare in Parlamento, un sistema che ha spazzato via movimenti ben più radicati, con denaro e potere che i liberali non hanno avuto neppure ai tempi di De Lorenzo.
Poi c’è la solita illusione: quella di presentare le liste alle europee, dove con l’1,5% dei voti si conquista un parlamentare.
Ma per fare cosa? Nulla.
Quando parlo di illusione non mi riferisco ai risultati, anche se ricordo uno 0,4% alle ultime politiche, che mi pare distante dall’1,5%, ma anche se questa soglia fosse raggiunta, cosa cambierebbe?
Se anche tale partito eleggesse un deputato o più cosa cambierebbe?
Quello che troppi fingono di non capire è che un partito deve schierarsi e che il PLI (che pure era morto già prima) è andato a pezzi 15 anni fa proprio su questo punto: cosa si fa? Si va con questa destra? Si va con questa sinistra? Ci si spacca alla prima scelta? Si tira su un partito che va alle elezioni per stare da solo? E se anche fosse così, per fare che tipo di battaglie?
Abbiamo già fatto di questi esperimenti, anche nel 2006, e visto come sono finiti; mi spiace, davvero, ma non riesco a credere questa volta che cambierebbe qualcosa.
Io vorrei una forza liberale, perché penso che ce ne sia disperato bisogno, ma penso anche che il PLI (o comunque lo si voglia chiamare) sia una chimera.
Quindici anni fa sostenevo la necessità di un WWF liberale, una organizzazione transpartitica, un arcipelago di sigle e iniziative il cui compito fosse fare il promotore di istanze liberali, la lobby, il centro studi, il supporter di quei liberali che si sarebbero candidati nei due schieramenti, ma senza partecipare alle elezioni, senza dover spaccare il capello in venti scegliendo ogni volta tra i liberali che sono per le unioni civili, quelli per l’abolizione dell’articolo 18, quelli per le privatizzazioni eccetera.
Personalmente, sono convinto che la formula possa essere questa anche ora, ma vedo che la sirena del partito ammalia ancora, poi, chi lo sa, forse mi sbaglio io.
Salve,
RispondiEliminaho letto con attenzione il suo articolo di risposta a una domanda posta da una sua amica.
Mi duole constatare che molte persone, ancora oggi, si lasciano ipnotizzare e confondere dalla volontà dei maggiori movimenti politici italiani: in sostanza dal PDL e dal PD. La lobotomia di massa ha ottenebrato le menti e creato una assuefazione alla deriva sempre più evidente della democrazia italiana. Si è passati da un sistema multi-partitico a quello attuale che ne "autorizza" solo due, non si può escludere, in un prossimo futuro, un ulteriore salto di qualità portando la possibilità di scelta dei cittadini a un solo partito: magari accludendo al proprio interno tutte le correnti immaginabili. È già successo, e non è escluso possa verificarsi ancora.
Non capisco perché lei critichi così aspramente il nostro piccolo movimento. Noi che abbiamo avuto il coraggio di mantenere accesa una fiammella di speranza democratica dando la possibilità, e l'opportunità, ai cittadini italiani di scegliere ancora per chi votare quando si recano nelle cabine elettorali; noi che non ci siamo uniformati al "pensiero unico" sventolato e pubblicizzato su tutti i mass media nazionali e "imposto" ai cittadini come dogma del nuovo millennio; noi che abbiamo fatto la nostra campagna elettorale senza risorse, per passione, senza denari e senza sponsor appiccicando i manifesti come i carbonari e candidando persone semplici, lavoratori, imprenditori, artigiani evitando accuratamente soubrette e tele imbonitori. Quale ferita le abbiamo arrecato perché ci giudichi come derelitti del passato indegni di rappresentare le speranze e il futuro dei cittadini?
Non intervengo sulla parte dedicata alla OPA di Facebook perché la sua esposizione mi è sembrata molto chiara e articolata.
Internet è un bellissimo mezzo che ha sconvolto le abitudini e il "modus operandi" di tantissimi professionisti e della totalità dei cittadini, andrebbe principalmente utilizzato per conoscere in modo più approfondito la realtà in cui viviamo e in cui i nostri figli saranno obbligati a vivere, sforzandosi di andare oltre le barriere del prestigio mediatico e di cogliere l'essenza reale dei valori proposti. Ci può aiutare a comprendere dove sono le idee "rivoluzionare" e dove, invece, risiedono quelle conservatrici. In fondo, come sempre, dipende solo da noi.
Un cordiale saluto
Augusto Tagliati
Membro Della Direzione Nazionale del PLI Partito Liberale Italiano
C’è qualcosa del mio post che Le è sfuggito, nella foga di rappresentare le aspirazioni dei militanti del PLI.
RispondiEliminaA me spiace davvero che le cose siano finite così.
Ripeto: davvero.
Perché mi ricorda un passato personale di entusiasmo e perché ritengo che il presente e il futuro abbiano bisogno di difensori dell’idea di Libertà.
Ma con tutto il mio dispiacere, ritengo che questo non sia lo strumento.
Potrei sottoscrivere una per una le Sue affermazioni, per il sincero amore che le pervade. Ma, allo stesso tempo vedo che non risponde ai miei dubbi, non affronta le circostanze nelle quali ci dobbiamo muovere.
Non si tratta di una mia “condanna”, anche perché tra quelli che già sono nel PLI e quelli che ci volevano entrare annovero un numero notevole di amici di lunga data che stimo anche per la loro sincera passione per la Libertà. Ma è vero, ha ragione Lei, il PLI è “derelitto” nella sua più pura accezione: abbandonato, emarginato. E, quel che è peggio, non può essere che così.
Dirò di peggio: già quando il PLI era inserito nel potere, aveva una decina di parlamentari e un po’ di soldi, già era emarginato. Per quello che sosteneva e per quello che non riusciva a sostenere, dilaniato com’era in più correnti che iscritti, in un ozio continuo reso ancora peggiore dalle dichiarazioni cariche di prosopopea di certi suoi rappresentanti, che credevano davvero di “fare” qualcosa.
Lei non può immaginare quanto io sia sinceramente dispiaciuto, quanto mi piacerebbe sapere che nel nostro Paese una forza autenticamente liberale ha la forza di proporre la Libertà come fine dell’attività di governo, quanto mi costi scrivere certe cose, ma preferisco non comprare il biglietto per vedere la diciannovesima replica dell’affondamento di un così generoso e folle sforzo.
Grazie per la solidarietà e la vicinanza ma volevo informarla, fuor di polemica, di due cose.
RispondiElimina1) L'attuale PLI non è il 18 tentativo! Il partito è stato rifondato nella seconda metà degli anni '90 dopo che nel 1994 il vecchio PLI era stato liquidato (non all'unanimità) dalla dirigenza di allora.
2) Se nemmeno una forza come la nostra che fa politica per passione, per storia, per la democrazia, senza un euro, senza un media amico, senza interessi le suscita lo sforzo di "pagare un biglietto" per quello che magari è solo un sogno, beh.......noi saremo anche dei derelitti (nell'accezione migliore del termine) ma almeno sappiamo ancora anteporre i sogni e la lotta al cinismo ed alla disillusione "aventiniana" che, in questo disgraziato paese, ha aperto le autostrade agli uomini della provvidenza. Ha ragione lei...forse non andremo mai oltre il 2%..... proprio perché questo paese capace è incapace di sognare un futuro migliore per se stesso ma sa solo piangersi addosso e dare deleghe in bianco.
Cordialmente
Enzo Lombardo, Consigliere Nazionale del PLI