domenica 14 settembre 2008

I tre samaritani dal Ghana

Milano, la signora delle pulizie si deve essere dimenticata di accendere la lavatrice per tempo, e così rientri che l’elettrodomestico sta ancora lavando i “gran foulard” finti del mercato… finito quello ci sarà la macchinata coi panni della palestra e tu esci di casa alle cinque passate, rassegnato al fatto che avevi un appuntamento cui arriverai tardi come sempre…

Prendi l’auto, percorri la città e fai per entrare in via Palmanova dove finisci imbottigliato in una coda mai vista, che scoprirai poi dovuta a un brutto incidente alcune centinaia di metri più avanti.

A quel punto, visto che tanto si è proprio fermi, spegni il motore, che non è il caso di sprecare benzina a vuoto.
Dopo un po’ la coda lentamente riparte, per far percorrere alle auto pochi metri dopo i quali si rifermeranno, tu giri la chiave nel quadro e…

E la macchina non si accende, le lucette del cruscotto si illuminano, ma il motorino di avviamento decide di girarsi dall’altro lato e continuare il suo pisolino.
La batteria!
L’hai cambiata due settimane fa, pensando che il problema fosse lei, del resto era la stessa batteria di quando l’auto era uscita dalla fabbrica, invece…

Metti i lampeggiatori, ed esci dall’auto facendoti ben vedere mentre apri desolato le braccia, in modo che nessuno attacchi a suonare il clacson.
Mentre fai così, speri che qualcuno ti chieda se hai bisogno d’una mano, ma tutti passano, lentamente ma inesorabilmente, pensando solo a come sfuggire a quell’ingorgo.
Avverti che il tuo ritardo sarà maggiore del solito e, nel mentre, alla sfilata delle auto che passano con indifferenza, s’aggiunge un furgoncino, un vecchio transporter bianco guidato da un ragazzo neeeero nero che ti guarda e dice “hai bisogno d’una mano? Se vuoi ti diamo una spinta”.
Dal furgone saltano fuori altri due abbronzatissimi figlioli che, visto che proprio di riuscire ad affiancare i veicoli lì non se ne parla, spingono con entusiasmo la Clio dello sventurato per quasi mezzo chilometro…

I tre salvatori erano appunto tre ragazzi ghanesi, che lavorano nella loro piccola azienda di pulizie di Bergamo e che, siccome il lavoro lo si va a prendere dove c’è (nota per certi dipendenti Alitalia), erano scesi a Milano a fare le pulizie.
Laddove i miei concittadini hanno pensato bene di fingere di non notare uno sventurato con le luci di emergenza accese, questi tre ragazzi dal sorriso contagioso si sono fermati e gli hanno dato una mano perché, come ha detto Clement, uno di loro, “oggi a te, domani a me”.

Mi hanno liberato dall’ingorgo e aiutato a far ripartire l’auto, il minimo che posso fare è un po’ di pubblicità alla loro attività: se avete bisogno di fare le pulizie tra la bergamasca e Milano, provate a contattare Clement e i suoi colleghi.

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(ebbene sì, sono tornati i captcha o come accidenti si chiamano; purtroppo ho dovuto metterli per bloccare una nuova ondata di spammer a luci rosse)