martedì 29 marzo 2016

Il vento di Danimarca, le bollette della luce e l’immobilismo del nostro Paese

Le turbine eoliche lungo la riva del Bønnerup Strand, Danimarca.
Foto di Dirk Goldhahn, CC BY-SA 2.5
https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1013763
Un articolo apparso su EWAU (Earth. We Are One) annuncia che in Danimarca il 140% del fabbisogno elettrico sarebbe stato prodotto con l’energia eolica. 
In realtà, a leggere bene, non tutto è oro ciò che riluce, e questo “spettacolare” risultato è ottenuto con la bolletta elettrica più costosa d’Europa ed è un risultato non costante, quindi con il solito problema di decidere che si fa quando cala il vento o quando ce n’è troppo e non sai come smaltire la corrente in eccesso.
Una cosa però è chiara: non è un caso che l’articolo non parli dell’Italia.
Altro che referendum sulle trivelle: in questo sciagurato Paese è un Vietnam per tutti: si tratti pure di pale eoliche, dighe, impianti geotermici o altro, per il partito del “verde non fare” il luogo dove installare è sempre un altro, le tecnologie sono sempre quelle sbagliate, c’è sempre qualcosa di meglio, c’è sempre una buona ragione per fermare tutto.  Tanto l’elettricità la compriamo dalle centrali nucleari francesi (che io costruirei in Italia) o la produciamo bruciando il petrolio dei tagliagole: è così verde non prendersi mai nessuna responsabilità.

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(ebbene sì, sono tornati i captcha o come accidenti si chiamano; purtroppo ho dovuto metterli per bloccare una nuova ondata di spammer a luci rosse)