lunedì 8 febbraio 2016

E finalmente i cinesi scoprono la cittadinanza.

Il coinvolgimento della comunità cinese, che davvero oramai ha una terza generazione italianissima, è solo benvenuto: migliaia di nostri concittadini forse hanno scoperto un “uso ricreativo della carta di identità”, magari si appassioneranno alla cosa e magari prima o poi decideranno di prendersi qualche responsabilità per i luoghi dove abitano e lavorano.

Fare dell’ironia sulle “code gialle” ai seggi della chinatown milanese è facile e stupido allo stesso tempo: lì ci vivono migliaia di residenti di origine cinese, dove avrebbero dovuto andare a votare?
Poi, pure io penso che probabilmente la comunità cinese è stata usata oggi, come in passato altri pacchetti etnici di voto sono stati usati in elezioni vere e in primarie farlocche.
Ho il sospetto che qualcuno abbia pensato «come alziamo un po' i numeri del prossimo candidato sindaco, che rischia di presentarsi con meno del 40% dei voti del suo elettorato di riferimento?» e si sia inventato le truppe cammellate (come si sarebbe detto nei partiti della prima repubblica) cinesi…
Comunque, anche qui, per non confonderci con altri, non c’è nulla di nuovo: in altri partiti storicamente c’erano (e ci sono) gli elettorati “regionali” a sostegno di questo o di quel candidato… 
Infine, diciamola tutta: se i piddini la smettessero di fare la morale ogni volta che vanno in bagno e non tirano lo sciacquone sarebbe meglio, perché questa operazione, come l’arruolamento di rom o immigrati in altre primarie, è semplicemente una cosa da “signori delle tessere” di vecchio stampo, un’operazione per gettare un po’ di fumo progressista negli occhi dei supporter tonti che credono a queste fesserie e allo stesso tempo pilotare i risultati.  Un piccola roba puzzolente, che forse potevano risparmiare ai milanesi.

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(ebbene sì, sono tornati i captcha o come accidenti si chiamano; purtroppo ho dovuto metterli per bloccare una nuova ondata di spammer a luci rosse)