lunedì 15 febbraio 2016

Riflessioni sull’ombretto di Donald Trump…

8 yrs after electing the first black president,
America are now considering electing the first orange one.


Questa è una storia che viene da molto lontano, almeno dai tempi dell’improbabile tinta corvina di Ronald Reagan, se non da ancor prima.
Qui da noi tutto avveniva con molto pudore, con tinte che volevano stemperare il grigio, restando però “nell’alveo della virilità”.
Ci avrebbe pensato Silvio Berlusconi, ancora lui, ad abbattere ogni paravento e a vivere in assoluta trasparenza le sue tinte, i suoi lifting e i suoi trapianti.

Perché, che lo si voglia ammettere o no, il fattore “bellezza” è fondamentale anche in politica, non solo per rimorchiare il venerdì sera.
E, in politica, c’è pure una sorta di maledizione/contrappasso: se stai al naturale, ti dicono che sei troppo vecchio, che sei troppo spento, che sembri malaticcio… se cedi e ti comporti come un Carlo Conti qualunque, allora ti dileggiano perché ti trucchi…
Bisogna fare pace con la propria mente, e con l’oggi in cui si vive…

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(ebbene sì, sono tornati i captcha o come accidenti si chiamano; purtroppo ho dovuto metterli per bloccare una nuova ondata di spammer a luci rosse)