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lunedì 18 ottobre 2010

Perché sono contro Veronesi all'Agenzia per il Nucleare

È fatta, Umberto Veronesi guiderà la neo costituita “Agenzia per la sicurezza del nucleare in Italia” (se questo è il nome vorrei far notare che l’acronimo può diventare ASiNI, brrrr…).
Sono radicalmente, contrario a questa scelta, che considero lontana da ogni razionalità scientifica e rispondente esclusivamente a ragioni di calcolo politico e mediatico.
Sono contrario oggi così come ero contrario a Veronesi quando doveva essere candidato al ruolo di Sindaco: non è che il fatto che a guadagnarci possa essere il centrodestra mi pare sufficiente a superare le obiezioni di principio, i principi non possono cambiare secondo le convenienze.
Umberto Veronesi è un insigne clinico, un chirurgo che ha salvato molte vite direttamente, e molte di più grazie alla ricaduta del suo impegno, punto. I suoi meriti clinici non lo trasformano nell’uomo buono per tutti i compiti e tutte le stagioni.
La sua competenza in oncologia, il suo rigore di scienziato non lo rendevano per ciò stesso un “buon” Sindaco (anche se sarebbe stato un eccellente candidato Sindaco, l’unico in grado di sbaragliare il centrodestra a Milano), cose come non lo rendono necessariamente un “buon” responsabile dell’ASiNI.
In entrambi i casi ho visto e vedo un’operazione di mera facciata: un “bel nome” messo in vetrina, per tacitare con il peso mediatico della persona i dubbi sull’operazione.
In entrambi i casi ho visto e vedo una struttura pronta a prendere la guida in luogo di Veronesi, volenterosa o suo malgrado “testa di paglia” del comitato d’affari del centrosinistra che avrebbe governato Milano al posto del comitato d’affari che lo sta governando per il centrodestra così come della reale struttura che guiderà questa Agenzia.
Profittando della vanità dell’uomo, oramai icona di se stesso con fondazione a sé dedicata lui in vita, qualcuno ha pensato bene di costruirgli un altare per i sacrifici, per poter fare ciò che deve senza troppi impicci.
Il fatto che abbia ottantacinque anni, età alla quale ci si occupa dei bisnipoti e non della cosa pubblica, è solamente un “infine”, ma non nego che qualche peso lo possa avere.
Da sostenitore dell’opzione nucleare trovo che questa strada sia delinquenziale, l’ennesimo cedimento a una visione carismatica dell’amministrazione della cosa pubblica, per la quale “chi” fa le cose è più importante, nel bene e nel male di “cosa” fa, una visione illiberale che domina questo Paese da così tanto tempo da averne permeato la cultura pubblica.
Non c’è differenza tra la pretesa di governare dei “migliori” di sinistra, la supponenza di quel fallito di Montezemolo e la “furbata” berlusconiana di mettere il “bel nome di centrosinistra” a occuparsi di nucleare. È lo stesso gioco che trasforma la politica, da arte delle scelte per governare la società, in mera apparenza.