Nel Paese della guerra civile continua, quando non crepitano le mitragliette ci pensano le tipografie.
Ed ecco che i due settimanali d’opinione più diffusi, da tempo immemorabile oramai al soldo delle due superpotenze che si combattono sull’italico suolo, vanno avanti in questa lodevole attività a tappeto a ogni numero.
La settimana prima delle elezioni ci aveva pensato l’Espresso, con un numero che era una chiamata alle armi già dalla copertina, che ritraeva un cavaliere photoshoppato per trasformarlo nel clone cattivo dei Visitor (ci sarebbero gli estremi per una querela per ingiuria, ma tant’è).
Ora risponde Panorama, con una storica immagine dalla forbita didascalia:
La nostra stampa è ridotta alla militanza più pura.
Un tempo persino i quotidiani di partito si facevano qualche scrupolo, oramai non resta che dichiararsi d’accordo con D’Alema, per il quale era civile lasciare la carta stampata in edicola… e con queste premesse, che razza di democrazia può essere?
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RispondiEliminaC'è chi dice che ilproblema della stampa italiana è che non esistono editori puri e forse effettivamente questo è il problema (se vogliamo una legge che imporrebbe agli editori di esere solo editori risolverebbe qualsisasi conflitto di interesse o quasi)