martedì 30 marzo 2010

L’ultima sconfitta di Silvio

Berlusconi è uomo incline alle manie di grandezza, e si starà crogiolando al pensiero del fatto che, andato alle elezioni con la solita coda di scandali, polemiche, senza liste e collezionando figure caprine per una forza che vuole “governare”, è riuscito, praticamente da solo, a sbaragliare ancora una volta l’ennesima gioiosa macchina da guerra.
Ma quando avrà finito di crogiolarsi, s’accorgerà, spero, del disastro.
Ancora una volta s’è provata la sua incapacità, la sua antipoliticità. È stata sì una grandiosa vittoria di Silvio Berlusconi, ma una sconfitta politica del centrodestra.
Dopo sedici anni, la maggioranza del Paese è ancora priva di una organizzazione politica affidabile, in mano ai “dilettanti allo sbaraglio” di Corrado, capaci di non riuscire a presentare liste inattaccabili in Lombardia (dove governano più o meno da sedici anni) e in Lazio (dove la macchina degli ex AN avrebbe dovuto essere efficientissima), di lasciare la Puglia a quell’imbonitore di Vendola, passato indenne da una stagione vergognosa, e di farsi sfuggire la Liguria, che in realtà poteva essere conquistata se solo i capataz locali (Scajola et al.) non fossero lo strazio che sono.
Certo, una volta che hai vinto lo scudetto non stai a ricordare che qualche partita l’hai vinta per autorete dell’avversario, ma che il Piemonte sia un gentile omaggio di Beppe Grillo è innegabile.
E, per inciso, la Lega dilaga per davvero, mentre a sinistra l’Italia dei Malori e le Cinque stelle hanno assieme un consenso imbarazzante per forze destabilizzanti e sostanzialmente fasciste, una bella prospettiva per il futuro e per le riforme.
Sopra a tutto, però, c’è il problema di un soggetto politico che ha ancora bisogno del padre, il quale ha 73 anni e difficilmente parteciperà ad altre elezioni (ce l’ha ora la maggioranza per farsi eleggere Presidente della Repubblica?).
Quindi complimenti, ma festeggiamenti pochi, perché i problemi sono solo all’inizio.

8 commenti:

  1. Ultima nel senso che d'ora in poi vincerà sempre... Diciamo per almeno altre tre legislature.

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  2. No, nel senso che secondo me la sua "carriera elettorale" è finita.

    Giorgio Napolitano scade il 10 maggio 2013.
    Invece, il 13 aprile 2013 scadono i cinque anni della XVI legislatura.
    Solo che il Presidente della Repubblica non può sciogliere le camere negli ultimi sei mesi del suo mandato: lo dice la Costituzione.
    E, così, è probabile che si dimetterà qualche mese prima, a meno che il cdx non abbia così tanto il vento in poppa da preferire di anticipare le elezioni politiche.
    A quel punto, in entrambi i casi, Silvio Berlusconi avrebbe i numeri per essere eletto a 76 anni Presidente della Repubblica, chiudendo così la sua carriera.

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  3. Mh... Non mi sembri così giovane da non ricordare un simpatico ritornello:
    "Beato chi ci crede"

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  4. Caro Leppie,
    mi inviti a ricordare un caposaldo della televisione di impegno civile degli anni ’70: “noi no”, spettacolo del sabato sera abbinato alla Lotteria Italia condotto dai Grandi Ufficiali della Repubblica Sandra Mondaini e Raimondo Vianello (nominati nel 1996, assieme a un’infornata di immagino rabbiosi intellettuali).
    Ma io torno a dire: checché ne possa pensare il Silviuccio nostro, quando, a 83 anni, cesserà di fare il Presidente della Repubblica, tu credi che tornerà a fare campagne elettorali?
    A proposito, quella sigla sembra quasi l’inno del Partito dell’Ammore! “beato chi ci crede, noi no non ci crediamo . . . noi baciandoci diciamo . .piru piru pirulì” :-)

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  5. No, aspetta.

    Berlusconi vuole il plebiscito, perlomeno io parto da questo assioma.

    Come presidente della Repubbica (diciamo "quello di ora") o come Presidente del Consiglio (che potrebbe essere un presidente della repubblica "americano" o "francese").

    In ogni caso la durata, a mio parere, verrà ridotta.
    E, sempre a mio parere, Berlusconi vuole anche la riconferma. Vuole sentirsi dire "m'avete scelto e mi riscegliete".

    Io sono pronto a scommettere che non accetterà mai di fare il presidente della repubblica eletto dalle camere come è adesso.

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  6. Tutto può essere Leppie, ma il centrodestra non ha i numeri per modificare la Costituzione da solo senza il successivo passaggio referendario, quindi l'elezione diretta del Presidente e i conseguenti poteri di capo dell'esecutivo (alla francese o all'americana) mi paiono piuttosto improbabili...

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  7. Gabibbo, io capisco che -come altri- hai deciso di sederti in riva al fiume ad aspettare che passi il cadavere del berlusconismo, prima di pensare -e soprattutto di proporre- la destra che vuoi.

    Ma secondo me fai in tempo a caderci dentro, nel fiume.

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mi raccomando: comportati bene, o sono bastonate!
(ebbene sì, sono tornati i captcha o come accidenti si chiamano; purtroppo ho dovuto metterli per bloccare una nuova ondata di spammer a luci rosse)