Sebastiano Messina per "la Repubblica"
Mancano solo cinque settimane e due giorni al funerale.
Quale funerale?
Quello della democrazia.
La cui morte, secondo Antonio Di Pietro, avverrà immancabilmente il 21 giugno, data del referendum.
Purtroppo la malcapitata non ha scampo.
Di Pietro, che è stato in prima linea per la raccolta delle firme, il 30 aprile invocava la vittoria del Sì «perché questa legge porcata venga cambiata».
Se non passa il Sì al referendum, spiegava il 2 maggio, «la democrazia è già morta».
Poi, improvvisamente, dopo 11 giorni ci ha rivelato che anche la vittoria del Sì - fino al giorno prima unica fonte di salvezza - «finirebbe per uccidere la democrazia».
La diagnosi, dunque, è terribile.
Se il referendum non passa, la democrazia muore.
Se il referendum passa, muore lo stesso.
Cosa possiamo fare?
Prepariamo l´abito scuro.
venerdì 15 maggio 2009
La democrazia è morta, e io non so che abito indossare al suo funerale
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allarmista. Basta asyenersi.
RispondiEliminain quel caso il referendum fallisce, e la democrazia muore lo stesso, in ogni caso sei un assassino! :-)
RispondiEliminaSe il referendum fallisce, doovranno fare una legge di riforma della legge elettorale
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