lunedì 21 luglio 2008

Malpensa, provincia di Vergate sul Membro.

Appare oggi sul Giornale un’intervista a Bonomi, presidente SEA, che annuncia tutto glorioso che, per favorire la nascita a Malpensa dell’hub Lufthansa del sud Europa,, si procederà a un progressivo strangolamento di Linate, fino alla sua soppressione.

Bene, giusto, eccellente.
Ma ora, si impone una riflessione.
Si può essere così stupidi da accorgersi solo oggi della necessità di chiudere Linate?
Linate è un controsenso aeronautico ed economico: se una parte della città di Milano gode ad avere un aeroporto a mezz’ora d’auto, tutto il resto della grande Milano non ne ha in realtà bisogno, essendovi due aeroporti esterni alla città (Malpensa e Bergamo).
Un controsenso che ha tarpato le ali per dieci anni alla nascita di un vero hub del sud Europa: mentre a Malpensa c’erano i voli intercontinentali, i voli nazionali arrivavano a Linate, sicché i passeggeri di quei voli non potevano e non possono sfruttare le prosecuzioni che l’aeroporto intercontinentale avrebbe potuto offrire.
Invece da Linate partono sciami di voli per Monaco, Londra e Parigi, che “rubano” i passeggeri per portarli agli hub di Lufthansa, British Airways, Air France.

Sarebbe bastato poco, per fare in modo che i viaggiatori italiani trovassero comodo volare con la nostra compagnia di bandiera. Invece si è lasciato che Linate fosse la porta dalla quale i nostri competitori entravano per vendere, magari con evidenti politiche di dumping, i loro voli.

Sì, certo, Alitalia è stata gestita negli anni da torme di sciagurati, e forse sarebbe fallita lo stesso… ma i milanesi ci hanno messo del loro, e tanto.
Per bieco clientelismo e campanilismo cittadino, per incapacità di avere una visione strategica, i politici milanesi e lombardi hanno fatto il gioco di chi fuori dai nostri confini cercava di conquistare il nostro mercato dell’aviazione civile.

Oggi vogliono regalare a Lufthansa (ieri lo si voleva fare con Air France, del resto) quello che i cittadini italiani avevano già comprato con le loro tasse per la compagnia di bandiera: un secondo hub che avrebbe servito la parte più ricca del Paese.
Complimenti, dei veri geni.

5 commenti:

  1. e con il provincialismo dei politicanti del Nord (tra cui quelli che fanculano l'inno nazionale) si è arrivati al definitivo affossamento dell'alitalia

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  2. uhhh, guarda che c'è un panorama di responsabilità da brivido: i politicanti del nord che avrebbero dovuto chiudere Linate e non l'hanno fatto, quelli romani che hanno trasformato Alitalia in una compagnia romanocentrica, quelli che in tutta Italia fanno aprire aeroporti dietro a ogni pollaio, quelli che in Italia consentono che si aprano linee aeree con business plan da brivido, quelli che non pretendono che Alitalia sia gestita come le linee aeree di tutto il mondo... ce n'è, ce n'è...

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  3. dimenticavo: gli abitanti dei comuni intorno a Malpensa, che hanno visto moltiplicarsi il valore degli immobili, ma che non vogliono l’aeroporto, quelli che hanno costruito dopo l’avvio di “Malpensa 2000” (c’è gente che costruisce tutt’’ora) e si lamentano lo stesso, quelli dell’area est di Milano, che vogliono l’aeroporto dietro alla tazza del cesso, gli ambientalisti di ‘sto cazzo, per i quali la foresta vergine della brughiera varesina vale di più di ogni cosa, i sindaci del nord milanese, che hanno anticipato i NO TAV bloccando il più possibile la creazione di una efficace rete di trasporti intorno a MXP, i sindacalisti di Alitalia, che non potevano certo consentire che il personale di voli che partivano da Milano fosse costretto ad abitare a Milano, e hanno costretto la compagnia per anni a far volare il proprio personale da un aeroporto all’altro… ora ho da fare, ma sono sicuro che se ci penso un po’ mi vengono in mente altri responsabili…

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mi raccomando: comportati bene, o sono bastonate!
(ebbene sì, sono tornati i captcha o come accidenti si chiamano; purtroppo ho dovuto metterli per bloccare una nuova ondata di spammer a luci rosse)