lunedì 31 marzo 2008

Le gaffe di Berlusconi, e la voce dal sen fuggita di qualcun altro

«Vede, in questi anni sono stato in giro per il mondo, ho visto poco i quotidiani, ma guardando la gente ho ancora la percezione. Se votassero solo quelli che leggono i giornali non ci sarebbe partita. Non parliamone se votassero solo quelli che leggono i libri. Ma siccome vige il suffragio universale...»

Se una simile bestemmia l’avesse detta il Cavaliere, ci sarebbero stati intellettuali capaci di darsi fuoco (e sarebbe stata una bella idea) per protesta davanti alle telecamere di Rai Tre.
Invece l’ha detta un “sincero democratico”, progressista, elegante, culturalmente e moralmente superiore, mica un buzzurro meneghino: Massimo D’Alema, e non succederà nulla, non è mica una battuta sui figli offerti in matrimonio ai giovani precari!

Sarà polemica elettorale, ma il redattore del Giornale non ha mica torto.
Sono queste uscite a spiegare molto bene la nostra sinistra al caviale, che difende il popolo, ma ne ha schifo.
Solo che, il popolo non lo puoi mica ingannare in eterno, e ha oramai capito tutto.
E così, tra un gruppo di parassiti inconcludenti che cianciano da una vita dei problemi dei più poveri per fare la rivoluzione in business class e comprarsi la casa a prezzi di saldo dagli enti dello Stato, e un miliardario entrato in politica anche per pararsi il culo ma che almeno sa come si crea la ricchezza, il popolo inizia a scegliere il miliardario.
Ben gli sta.

L’articolo su il Giornale
L’articolo sul Corriere della Sera

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(ebbene sì, sono tornati i captcha o come accidenti si chiamano; purtroppo ho dovuto metterli per bloccare una nuova ondata di spammer a luci rosse)