Dalla rivoluzione in poi, un lungo cammino costellato di morti, scientemente ricercati, per costruire l'uomo nuovo sovietico.
Una descrizione che ha a volte dell'incredibile, a cui non riesci ad abituarti lungo tutto il libro.
Nel suo sforzo di documentare l'orrore di un sistema, il libro però fallisce un obiettivo: quello di spiegare come sia stato possibile che così tanti ci credessero (o facessero finta) all'esterno dell'Unione Sovietica, come la cultura europea ed americana non siano riuscite a sviluppare per quell'esperimento lo stesso orrore di cui è circondato il nazismo. Nonostante le piccole figure di intellettuali europei e statunitensi che incontriamo nel libro, e nonostante il loro evidente fallimento, nessuna riesce a rispondere a questo perché.
Koba il terribile - Martin Amis, Einaudi, 17 euro
Nessun commento:
Posta un commento
mi raccomando: comportati bene, o sono bastonate!
(ebbene sì, sono tornati i captcha o come accidenti si chiamano; purtroppo ho dovuto metterli per bloccare una nuova ondata di spammer a luci rosse)