lunedì 22 marzo 2004

In morte di un assassino

Valori cristiani e buona creanza vorrebbero che si inorridisse di fronte ad un assassinio, come quello dello sceicco cieco di Hamas.
Un robusto senso della realtà invece ci spinge a festeggiare: la morte di un assassino, di un lurido omicida di civili della parte avversa e della propria parte, in questo caso in prevalenza giovani e giovanissimi, non può che sollevarci.
Uno di meno.
Uno in più a spiegare ai suoi complici che non ci sarà pace per loro, che potranno nascondersi quanto vogliono, ma prima o poi faranno la stessa fine.
Chissà che ciò non li riduca a più miti consigli.

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(ebbene sì, sono tornati i captcha o come accidenti si chiamano; purtroppo ho dovuto metterli per bloccare una nuova ondata di spammer a luci rosse)