Dagospia pubblica oggi questa analisi anonima, quindi immagino opera di qualche suo insider, sulle prospettive di nuovi equilibri di potere in area cattolica. Prospettive per tutti noi terrificanti, ovviamente…
In epoca di prima Repubblica vigeva una rigida divisione del lavoro che più o meno funzionava così. Alla Dc e ai cattolici la televisione, il servizio pubblico, la Rai (vedi l'era di Ettore Bernabei). Al Pci e alla sinistra la cultura, il cinema, l'editoria, l'università. Ai laici e alla massoneria i grandi quotidiani del Nord, i giornali legati alla finanza e all'imprenditoria.
Un codice da tempo saltato per aria, con l'irruzione di Berlusconi. E con l'infiltrazione ai vertici dei media un tempo laici degli uomini della più potente lobby politico-economico-ecclesiale che ci sia oggi in Italia: la falange di Comunione e Liberazione.
Morto il fondatore don Luigi Giussani nel 2005 i ciellini hanno affidato la cura delle loro anime a un prete spagnolo, don Carron. E loro si sono buttati sulla coltivazione delle Opere.
La Compagnia delle Opere è la holding di Cl, un colosso economico che attira banche, enti pubblici, lega cooperative. Oggi la Cdo è presieduta dal biondo Bernard Scholtz, ma il vero leader è il rubizzo Giorgio Vittadini, il numero uno della nomenklatura ciellina. Come si è visto all'ultimo Meeting di Rimini, quando "Vitta" ha accolto alla Fiera il governatore di Bankitalia Mario Draghi, esponente dei poteri laici. Sembravano due capi di Stato stranieri chiamati a firmare un armistizio.
Potere politico: nel Pdl ci sono Roberto Formigoni, il vice-presidente della Camera Maurizio Lupi che ha in mano l'organizzazione del partito, il vice-coordinatore Giancarlo Abelli, l'europarlamentare Mario Mauro. Una corrente in ascesa.
E poi soldi, tanti soldi. E tanta Expo. Anche sul registratore di cassa ci siamo.
Ma per vincere le guerre che contano oggi servono le armate mediatiche. I crociati ciellini lo sanno bene, si sono preparati da tempo ad Armageddon.
Ricapitoliamo.
Ciellino è Luigi Amicone, direttore del settimanale "Tempi" che circola allegato con il "Giornale" berlusconiano, ed editorialista del "Foglio". Nella squadra di Giuliano Ferrara è appena arrivato il vaticanista Paolo Rodari, ciellino anche lui, in arrivo dal "Riformista".
Ciellino è il vice-direttore vicario del foglio arancione di Antonio Polito, Ubaldo Casotto. Al "Giornale" c'è l'ex agente Betulla, Renato Farina, in questi giorni tra i più scatenati all'attacco del confratello di fede Dino Boffo. "Dino, Dinetto dì la verità", lo ha stuzzicato nei giorni scorsi l'onorevole Farina, come un gattone con un topolino: lui ne sa qualcosa, della verità.
In quota "Libero" c'è il giornalista che parla con la Madonna di Fatima Antonio Socci. E sta per arrivare il vice-direttore Franco Bechis, oggi alla guida di Italia Oggi, altro ciellino di ferro, maritato a Monica Mondo, volto della tv della Cei Sat2000, fino a ieri diretta da Boffo.
Finito? No, perché alla "Stampa" di Mario Calabresi è appena sbarcato l'editorialista Michele Brambilla.
Un devoto del Movimento spunta perfino nel ponte di comando dell'ammiraglia laica, "Repubblica": il vice-direttore Angelo Rinaldi, l'ombra di Ezio Mauro, il cui matrimonio fu celebrato da don Giussani e che in morte del Fondatore si autosospese dalla carica per protesta contro un articolo di Francesco Merlo considerato irriverente nei confronti dell'aspirante Santo.
Ai vertici dei media confindustriali c'è Gianfranco Fabi, vice-direttore del "Sole" e direttore di Radio 24. In corsa per sostituire Boffo.
Al "Corriere", ascoltata l'antifona, si è avvicinato ai sacri testi giussaniani l'inviato Aldo Cazzullo, autore durante l'ultimo meeting di Rimini di un salmodiante diario quotidiano, una lode mattutina per Com.&Lib. Perfino un laicissimo come Giampaolo Pansa è andato a Rimini a confessare di sentirsi cattolico, acclamato da migliaia di ciellini.
Anche alla testa del Tg1 sta per arrivare un altro ex ragazzo di don Giussani, il formigoniano Enrico Castelli, con i galloni di vice-direttore.
C'era un solo giornale che finora aveva resistito all'assalto. Per paradosso, il quotidiano dei vescovi "Avvenire". Boffo era attento alle ragioni di Cl per ragioni di fede e di cassetta, ma espressione di un'altra banda curiale, quella legata al cardinale Camillo Ruini che con i ciellini ha sempre avuto un rapporto di diffidenza.
Ma ora anche "Avvenire" potrebbe finire in mani cielline: diretto da Fabi o da Roberto Fontolan, ex braccio destro di Gad Lerner al Tg1, ex direttore del Velino, oggi direttore di Oasis, la rivista della diocesi di Venezia voluta dal cardinale Angelo Scola.
E qui si aprono nuove, magnifiche prospettive.
Il progetto di Ruini-Boffo è sempre stato quello della Chiesa-lobby, attenta a inserire un drappello di fedelissimi di qua e di là per giocare sui tavoli dei due schieramenti: i teodem alla Paola Binetti e la Margherita di Francesco
Rutelli di qua, l'Udc di Pierfurby Casini di là. Il bel Pier era il prediletto di Ruini-Boffo: quando si spezzò l'alleanza con il Pdl di Berlusconi in Laterano fu Quaresima, digiuno e astinenza.
I ciellini, invece, si sono piazzati armi e bagagli dentro il Pdl. Non amano il Cavaliere ma sperano di ereditarne l'Impero con il loro uomo di punta: l'ex casto Roberto Formigoni.
E poi c'è la partita che conta di più. Il Soglio più alto. L'Anello del Pescatore. La Cattedra di Pietro. C'è un uomo che si prepara da anni alla successione di papa Ratzinger, quando verrà il momento. È il patriarca di Venezia cardinale Angelo Scola, il prediletto di don Giussani, nato e cresciuto a Lecco con l'amico Formigoni, di poco più giovane.
Potere ecclesiale e potere politico.
Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Scola papa, Formigoni presidente e Giussani santo subito. La Santa Trinità di Comunione e liberazione che punta a governare la Chiesa, l'Italia e le chiavi del Paradiso. Con l'aiuto di Dio, delle Opere e dei media.
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(ebbene sì, sono tornati i captcha o come accidenti si chiamano; purtroppo ho dovuto metterli per bloccare una nuova ondata di spammer a luci rosse)