domenica 10 febbraio 2008

Si può fare…

Certo che con l’inglese a centrosinistra sono proprio sfortunati.
Prima ci si mette Rutelli con il suo “visit Italy, please”, ora Veltroni con la pedestre traduzione dello “yes, we can” obamiano, che – nell’inglese dei Parioli – diventa “si può fare”.
E qui la maledizione si compie, perché “il nostro”, non solo copia una delle frasi più celebri di Frankestein junior, ma ne interpreta appieno la ratio.
Legge infatti Gene Wilder (Victor Frankenstein), sul diario delle folli sperimentazioni del lontano avo: “…io sono divenuto capace di animare nuovamente la materia inanimata, si può fare!

Diciamoci la verità: non è un caso.
Il mitico Uòlter è il pantocrate del centrosinistra, eletto leader per trasformare due corpi ideologicamente morti (i DS, la cui storia è finita in discarica da molto tempo, e i margheriti, prova della bontà dell’opposizione della Chiesa a qualsiasi sperimentazione genetica, agli embrioni chimera frutto dell’incontro dell’ovulo democristiano con il seme dei partititi laico-socialisti…); egli come Cristo ha urlato “alzati e cammina” al cadavere, e questi ha preso forma di un nuovo partito.

Hanno fatto lo stesso a destra con i propri ectoplasmi?
Può essere, mi pare un’operazione un po’ differente, ma il punto non è questo.
Qui si discetta di questo scivolone cinematografico figlio dell’ansia sinistra di appropriarsi di tutto e di tutti (il “Pantheon”), di mettere insieme preti degli anni cinquanta, i Kennedy, Jovanotti, l’avvocato nero e tutta la corte dei miracoli: che dire, assieme a don Milani, ora ci sono pure Gene Wilder e Marty Feldman, almeno si ride.

5 commenti:

mi raccomando: comportati bene, o sono bastonate!
(ebbene sì, sono tornati i captcha o come accidenti si chiamano; purtroppo ho dovuto metterli per bloccare una nuova ondata di spammer a luci rosse)