martedì 26 febbraio 2008

Classismo a scuola

In generale, mi sono ripromesso di arrabbiarmi di meno, perché non ha senso vivere male esacerbando le seccature che ogni giorno ci propinano sul lavoro, nella vita privata, come cittadini, ma il ministro Fioroni fa di tutto per spingermi nuovamente verso il blister del Nexium…

Ieri, con la pompa di cui sarebbero meritevoli ben altre notizie, è apparso un provvedimento storico del ministro Fioroni: quello di blocco dei prezzi dei libri per le scuole superiori.
Ora, in generale trovo che si tratti di un provvedimento di rara ipocrisia e stupidità: in una economia di mercato, in cui i beni in questione non sono acquistati dallo Stato ma dai singoli sul libero mercato, e la determinazione del paniere di beni necessari è affidata a soggetti diversi, definire un limite di spesa significa che i docenti dovranno scegliere il mix di libri non sulla base delle loro convinzioni, ma su quella dell’importo complessivo (immagino le trattative tra i docenti: “sacrifichiamo il nuovo libro di chimica oppure quello di inglese?”), un provvedimento però che è passato da tempo e di cui il decreto in questione è solo un’applicazione.

Nel particolare, osservo che, quel provvedimento demagogicamente venduto come un intervento a favore degli studenti, è in realtà un adeguamento al rialzo dei prezzi. Leggete cosa scrive Altroconsumo:
Fioroni rivede verso l'alto i tetti dei libri scolastici: 6 milioni di euro di spesa in piu' per le famiglie
22-01-2008
Più 6 milioni di euro per le scuole medie - voce di spesa a carico delle famiglie - e più 7,5 milioni per le elementari - dove i libri non sono pagati direttamente dalle famiglie.Sono i conti che abbiamo fatto alla luce della decisione del ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni di aumentare i tetti di spesa per i libri scolastici da adottare il prossimo anno scolastico. Motivazione: ancorare le soglie all'inflazione del 2006 (2,1%).
Contestiamo la decisione del ministro Fioroni: il tetto dovrebbe servire a difendere le famiglie dall'inflazione. Se invece si adegua al suo andamento, lo scopo è vanificato. A meno che l'ancoraggio serva a difendere qualcos'altro, come i margini di fatturato dell'editoria scolastica, in vista dei nuovi prezzi dei testi da fissare per l'anno scolastico 2008-2009. Una decisione quanto mai intempestiva, anche perché arriva mentre l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha aperto un fascicolo sull'ipotesi di cartello nell'editoria scolastica...
continua sul sito di Altroconsumo

Infine, la rabbia.
I limiti di spesa sono differenziati secondo il tipo di scuola, sicché chi si iscrive al liceo spende il doppio di chi si iscrive a un professionale.
È il frutto di un’idea classista della formazione degna di un romanzo della fine dell’ottocento. Parte dal presupposto che il liceo sia la “scuola dei signori”, dove quindi si possa spendere di più, e che le scuole professionali in fondo non facciano “vera cultura”, ma siano un mero avviamento al lavoro.
E così abbiamo messo insieme un misto di classismo borghese, cattolico e marxista con la più stupida miopia sulla formazione professionale: in un Paese moderno, proiettato nell’era post industriale, la formazione professionale tecnica dovrebbe essere un fiore all’occhiello: le versioni del “de bello gallico” o i canti dell’Inferno dantesco li puoi studiare su libri di quarant’anni fa (e ti fa solo bene, così leggi un italiano non imbastardito dalla TV), ma le nozioni sulle tecnologie di domani, che a scuola si dovrebbero studiare già oggi, stanno solo su libri moderni.

Dopo di che, ti calmi, e pensi che tanto i libri sono solo uno degli aspetti del disastro della scuola italiana, che tanto si tratta di un morto che cammina, e che questo è solo un provvedimento preelettorale… e mandi tutti a fare…

1 commento:

  1. Questa del tetto è una emerita cavolata sotto tutti i punti di vista, concordo.

    I have a dream: che qualce ministro salvi la cultura scolastica di questo paese:

    1) abolendo l'editoria di parastato dei libri di testo, che in base a questo meccanismo vengono ripubblicati praticamente uguali

    2) che si crei dunque un autentico sistema competitivo, dove le case editrici, costrette a seguire regole di mercato, selezionino gli autori ed i correttori di testo, favorendo così la pubblicazione di testi intelligenti, pratici, ben fatti.

    Ma anche da questo punto di vista, questo continua ad essere un sogno, nessuna delle due coalizioni sembra volere affrontare questo problema che sta favorendo l'analfabetismo di ritorno.

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(ebbene sì, sono tornati i captcha o come accidenti si chiamano; purtroppo ho dovuto metterli per bloccare una nuova ondata di spammer a luci rosse)