Tutti l'hanno attaccato, ma il senatore Ciarrapico aveva ragione a suggerire a Fini di tornare a mettersi la Kippah, perché quella è l'unità di misura della serietà delle parole e delle convinzioni del nuovo idolo della sinistra e dei salotti bene.
L'uomo per cui "Mussolini è stato il più grande statista del secolo", e che poi, senza fare una piega s'è messo a pontificare sul "fascismo male assoluto".
Il cognato di Monte-Carlo e il legalitario in terra umbra.
Il ministro della legge sull'immigrazione firmata con Bossi, e l'internazionalista che parla di nuovi cittadini.
Il delfino di Almirante che voleva la repubblica presidenziale, e il deputatucolo che vuole la "discontinuità".
Voleva fare la "grande riforma", lui, e oggi parla come un Follini qualunque, evocando il tristo rituale della "verifica", con la quale i democristiani avevano frantumato i coglioni alla Nazione (altra parola che sono sicuro tra poco espungerà dal proprio vocabolario, in favore di qualcos'altro) già oltre trent'anni fa.
Doveva essere il leader della destra moderna, capace di trasformare il centro destra nel polo di trasformazione di questo Paese verso la modernità: riforma istituzionale, alternanza fondata sulla legittimazione elettorale, moralità politica intesa come rispetto delle promesse con le quali ci si è presentati agli elettori.
S'è mostrato l'ennesimo quadro di partito di seconda fila, beneficato dal cataclisma di inizio anni '90, occupato solo a perpetuare il sistema di potere di cui era figlio, proprio lui che in teoria non avrebbe dovuto conoscerlo, essendone stato fuori grazie al cosiddetto "arco costituzionale".
Uno dal quale non comprare neppure la classica auto usata, perché la sua parola e le sue idee durano meno del latte fresco non pastorizzato: l'ennesimo parolaio.
A un figuro del genere non si può che dire, assieme a Ciarrapico: "va a metterti la kippah… finché sarà di moda, in attesa di trovare una kefiah in tinta con le tue cravatte".
Guarda, ritenzo Renzi un antipatico di prima categoria, uno di quelli saputelli che sembrano i primi della classe, ma dice delle cose giuste, tra le quali spicca "Di solito negli altri paesi quando le cose vanno male i partiti rimangono e cambiano gli uomini politici, da noi cambiano i partiti e rimangono i polici..:"
RispondiEliminaIo non sono un fan di Renzi, ma devo dire che un filo di logica nel suo ragionamento c'è, se non altro perché nel suo partito sono vent'anni che si passano la palla tra i soliti, collezionando un bel po' di sconfitte e, quando hanno vinto lo hanno fatto a condizione di negare la propria identità, insomma politicamente un disastro.
RispondiEliminaBuffo che lo noti solo per Fini...
RispondiEliminaAh, no. Non è buffo. È semplicemente di destra (italiana).