A me, tutte queste storie sulle prodezze sessuali del nonnino di Arcore (continuate così, eh? che in un Paese come questo sono 2-300.000 voti assicurati in più), ricordano una lontana barzelletta:
Due esploratori vengono catturati da una tribù di indigeni nell'Africa Nera e rinchiusi in una gabbia.
Dopo qualche ora arriva il capo tribù che dice “siccome avete violato il nostro territorio, la pena è la morte. Però avete una possibilità di salvezza: la prova del Dunga. Noi facciamo Dunga Dunga e, dopo, vi lasciamo liberi”.
I due esploratori si consultano tra loro. “Dunga Dunga?, con quei neri?, ma hai visto come ce l’hanno lungo?” e l’altro: “e l’onore?, io non intendo certo perdere l’onore!”, al che però il primo riflette: “certo, l’alternativa al Dunga è la morte”… sicché i due si rassegnano, e si fanno ripassare dalla tribù che si diverte a fare Dunga Dunga.
Doloranti, feriti nell’onore ma liberi, i due esploratori riprendono il cammino, quando vengono catturati da un’altra tribù.
Il nuovo capo tribù li accoglie dicendo “siccome avete violato il nostro territorio, la pena è la morte. Però avete una possibilità di salvezza: la prova del Dunga. Noi facciamo Dunga Dunga e, dopo, vi lasciamo liberi”.
I due esploratori, ancora doloranti, si guardano atterriti, chinano il capo e all’unisono dicono “Dunga”.
Ancor più doloranti, dimentichi dell’onore ma di nuovo liberi, i due esploratori riprendono il cammino.
Ed ecco che, mentre camminano, vengono catturati da un’altra tribù.
Il capo tribù arriva e inizia a dire: “siccome avete violato il nostro territorio, la pena è la morte. Però avete una possibilità di salvezza: la prova del Dunga. Noi facciamo Dunga Dunga e, dopo, vi lasciamo liberi”.
Gli esploratori si guardano e, stanchi smorti sbottano: “e basta, piuttosto la morte!”
Il capo tribù ammirato per il coraggio si rivolge agli esploratori e replica “avete scelto la morte, e morte avrete, ma prima… un po’ di Dunga!”
venerdì 29 ottobre 2010
giovedì 28 ottobre 2010
Le cazzate della Binetti, il dovere dei laici di essere seri
Io la gente che si scandalizza per le cazzate dette dalla Binetti proprio non la capisco: se sei cattolico, quella è la via, SECUNDUM non datur, punto.
Puoi occasionalmente “cadere in tentazione”, perché l’uomo è fallace, ma devi riconoscere che la via è quella segnata.
Se invece pensi che sia moralmente lecito vivere in un altro modo i casi sono due: o sei coscientemente non cattolico, il che non vuol dire che tu non possa essere una brava persona né che Nostro Signore non possa guardarti con misericordia, oppure sei un paraculo che pretende di farsi i cazzi suoi con la benedizione dell’arcivescovo.
Insomma, da non cattolico trovo che la regola sia chiara: per i cattolici l’unico sesso ammesso è quello all’interno del matrimonio “tradizionale”; vuoi divorziare, risposarti, convivere, fare sesso con una persona del tuo stesso genere? va benissimo, ma risparmia a te la fatica di dirti cattolico e noi quella di ascoltarti.
Se tutti facessimo così, ci sarebbero milioni di persone in grado di vivere meglio la propria vita, e i signori preti scoprirebbero di essere anche ufficialmente quello che sono dai tempi del referendum sul divorzio: una minoranza petulante.
Puoi occasionalmente “cadere in tentazione”, perché l’uomo è fallace, ma devi riconoscere che la via è quella segnata.
Se invece pensi che sia moralmente lecito vivere in un altro modo i casi sono due: o sei coscientemente non cattolico, il che non vuol dire che tu non possa essere una brava persona né che Nostro Signore non possa guardarti con misericordia, oppure sei un paraculo che pretende di farsi i cazzi suoi con la benedizione dell’arcivescovo.
Insomma, da non cattolico trovo che la regola sia chiara: per i cattolici l’unico sesso ammesso è quello all’interno del matrimonio “tradizionale”; vuoi divorziare, risposarti, convivere, fare sesso con una persona del tuo stesso genere? va benissimo, ma risparmia a te la fatica di dirti cattolico e noi quella di ascoltarti.
Se tutti facessimo così, ci sarebbero milioni di persone in grado di vivere meglio la propria vita, e i signori preti scoprirebbero di essere anche ufficialmente quello che sono dai tempi del referendum sul divorzio: una minoranza petulante.
lunedì 18 ottobre 2010
Benvenuti in largo Adolf Hitler
Ecco, con tutto il rispetto per la sacralità della proprietà privata che nutro, se qualcuno avesse il tempo di andare a Dorno (PV), divellere questo cartello e infilarlo su per il culo del proprietario del "largo privato Adolf Hitler", più che l'attenuante comune ex articolo 62 del codice penale (l'avere agito per motivi di particolare valore morale o sociale) bisognerebbe riconoscergli un'onorificenza al merito della Repubblica.
Trovato su: La fionda news
Trovato su: La fionda news
Perché sono contro Veronesi all'Agenzia per il Nucleare
È fatta, Umberto Veronesi guiderà la neo costituita “Agenzia per la sicurezza del nucleare in Italia” (se questo è il nome vorrei far notare che l’acronimo può diventare ASiNI, brrrr…).
Sono radicalmente, contrario a questa scelta, che considero lontana da ogni razionalità scientifica e rispondente esclusivamente a ragioni di calcolo politico e mediatico.
Sono contrario oggi così come ero contrario a Veronesi quando doveva essere candidato al ruolo di Sindaco: non è che il fatto che a guadagnarci possa essere il centrodestra mi pare sufficiente a superare le obiezioni di principio, i principi non possono cambiare secondo le convenienze.
Umberto Veronesi è un insigne clinico, un chirurgo che ha salvato molte vite direttamente, e molte di più grazie alla ricaduta del suo impegno, punto. I suoi meriti clinici non lo trasformano nell’uomo buono per tutti i compiti e tutte le stagioni.
La sua competenza in oncologia, il suo rigore di scienziato non lo rendevano per ciò stesso un “buon” Sindaco (anche se sarebbe stato un eccellente candidato Sindaco, l’unico in grado di sbaragliare il centrodestra a Milano), cose come non lo rendono necessariamente un “buon” responsabile dell’ASiNI.
In entrambi i casi ho visto e vedo un’operazione di mera facciata: un “bel nome” messo in vetrina, per tacitare con il peso mediatico della persona i dubbi sull’operazione.
In entrambi i casi ho visto e vedo una struttura pronta a prendere la guida in luogo di Veronesi, volenterosa o suo malgrado “testa di paglia” del comitato d’affari del centrosinistra che avrebbe governato Milano al posto del comitato d’affari che lo sta governando per il centrodestra così come della reale struttura che guiderà questa Agenzia.
Profittando della vanità dell’uomo, oramai icona di se stesso con fondazione a sé dedicata lui in vita, qualcuno ha pensato bene di costruirgli un altare per i sacrifici, per poter fare ciò che deve senza troppi impicci.
Il fatto che abbia ottantacinque anni, età alla quale ci si occupa dei bisnipoti e non della cosa pubblica, è solamente un “infine”, ma non nego che qualche peso lo possa avere.
Da sostenitore dell’opzione nucleare trovo che questa strada sia delinquenziale, l’ennesimo cedimento a una visione carismatica dell’amministrazione della cosa pubblica, per la quale “chi” fa le cose è più importante, nel bene e nel male di “cosa” fa, una visione illiberale che domina questo Paese da così tanto tempo da averne permeato la cultura pubblica.
Non c’è differenza tra la pretesa di governare dei “migliori” di sinistra, la supponenza di quel fallito di Montezemolo e la “furbata” berlusconiana di mettere il “bel nome di centrosinistra” a occuparsi di nucleare. È lo stesso gioco che trasforma la politica, da arte delle scelte per governare la società, in mera apparenza.
Sono radicalmente, contrario a questa scelta, che considero lontana da ogni razionalità scientifica e rispondente esclusivamente a ragioni di calcolo politico e mediatico.
Sono contrario oggi così come ero contrario a Veronesi quando doveva essere candidato al ruolo di Sindaco: non è che il fatto che a guadagnarci possa essere il centrodestra mi pare sufficiente a superare le obiezioni di principio, i principi non possono cambiare secondo le convenienze.
Umberto Veronesi è un insigne clinico, un chirurgo che ha salvato molte vite direttamente, e molte di più grazie alla ricaduta del suo impegno, punto. I suoi meriti clinici non lo trasformano nell’uomo buono per tutti i compiti e tutte le stagioni.
La sua competenza in oncologia, il suo rigore di scienziato non lo rendevano per ciò stesso un “buon” Sindaco (anche se sarebbe stato un eccellente candidato Sindaco, l’unico in grado di sbaragliare il centrodestra a Milano), cose come non lo rendono necessariamente un “buon” responsabile dell’ASiNI.
In entrambi i casi ho visto e vedo un’operazione di mera facciata: un “bel nome” messo in vetrina, per tacitare con il peso mediatico della persona i dubbi sull’operazione.
In entrambi i casi ho visto e vedo una struttura pronta a prendere la guida in luogo di Veronesi, volenterosa o suo malgrado “testa di paglia” del comitato d’affari del centrosinistra che avrebbe governato Milano al posto del comitato d’affari che lo sta governando per il centrodestra così come della reale struttura che guiderà questa Agenzia.
Profittando della vanità dell’uomo, oramai icona di se stesso con fondazione a sé dedicata lui in vita, qualcuno ha pensato bene di costruirgli un altare per i sacrifici, per poter fare ciò che deve senza troppi impicci.
Il fatto che abbia ottantacinque anni, età alla quale ci si occupa dei bisnipoti e non della cosa pubblica, è solamente un “infine”, ma non nego che qualche peso lo possa avere.
Da sostenitore dell’opzione nucleare trovo che questa strada sia delinquenziale, l’ennesimo cedimento a una visione carismatica dell’amministrazione della cosa pubblica, per la quale “chi” fa le cose è più importante, nel bene e nel male di “cosa” fa, una visione illiberale che domina questo Paese da così tanto tempo da averne permeato la cultura pubblica.
Non c’è differenza tra la pretesa di governare dei “migliori” di sinistra, la supponenza di quel fallito di Montezemolo e la “furbata” berlusconiana di mettere il “bel nome di centrosinistra” a occuparsi di nucleare. È lo stesso gioco che trasforma la politica, da arte delle scelte per governare la società, in mera apparenza.
venerdì 1 ottobre 2010
Nera ora è libera.
Questo pomeriggio il cuore di Nera si è fermato.
Le cure dei veterinari non sono bastate, la sua pressione ha continuato a scendere fino a quando tutto è finito.
Ora è finalmente libera, corre tra i fili di erba gatta e si stende al sole.
Mi mancherai, cara gattina.
Le cure dei veterinari non sono bastate, la sua pressione ha continuato a scendere fino a quando tutto è finito.
Ora è finalmente libera, corre tra i fili di erba gatta e si stende al sole.
Mi mancherai, cara gattina.