Ci voleva poco a capire che dietro alle fanfare nazionalistiche c’era la tanto agognata cessione del comparto auto da parte di Fiat.
Oggi, il velo dell’ipocrisia nazionale è rotto anche dal segretario dei metalmeccanici CGIL, che ad “Affari Italiani” spiega a chiare lettere che “l'Italia si prepara a vendere l'automobile all'estero. Questa è la sostanza dell'operazione Fiat-Chrysler-Opel. Nessuno conosce il nome di chi controllerà il nuovo assetto azionario che nascerà dal grande merger… Marchionne potrà diventare un dirigente di un grande gruppo internazionale dell'auto. Gli Agnelli potranno incassare una lauta plusvalenza di Borsa dalla vendita del loro pacchetto dopo che le azioni saliranno...”.
La valutazione del sindacalista è più che negativa, la mia no, ma i fatti restano gli stessi: gli Agnelli vendono, Marchionne si candida alla guida di una (si fa per dire) public company transcontinentale in cui le bandiere nazionali non avranno più alcun significato.
Era evidente da quando si è parlato di "spin-off" o separazione societaria fra il resto del gruppo fiat ed il comprato dell'auto . Gli Agnelli terranno il buono, il resto verrà scaricato ai risparmiatori ad una public company senza padroni, da cui Exor potrà sfilarsi con tutta calma.
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La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
RispondiEliminaLa ringrazio per Blog intiresny
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