E così Luxuria ha vinto all'isola dei famosi.
Complimenti, ma non è una rivoluzione: il "genere" era già stato abbondantemente sdoganato da Platinette, e prima ancora da Moana Pozzi.
Tutte e tre rappresentano la trasgressione rassicurante: persone che, a dispetto del loro lavoro o del loro apparire sono per bene, intelligenti e tranquille, l'ideale per far sentire il pubblico moderno e conservatore allo stesso tempo.
Io ho sempre sostenuto che il caro Mauro Coruzzi sarebbe un eccellente leader per il centrodestra italiano, ma lo sarebbe anche Luxuria, che non è comunista, è solo trans... e lo sarebbe stata la Pozzi... ci è andata male, e ci siamo dovuti accontentare del nano, molto meno avvenente, anche se spesso più truccato :-).
Giustamente a sinistra avremmo il gay bello, bravo, pulito, ricco, colto e che ha fatto fortuna a Londra...
RispondiEliminaPosso farti una domanda provocatoria fuori tema?
alludi al vostro candidato alle primarie? non mi pare scemo, affatto... ma le primarie erano finte, quindi non aveva alcuna possibilità...
RispondiEliminaDomandare è lecito... rispondere è cortesia :-)
Appunto... A voi Coruzzi a noi Scalfarotto.
RispondiEliminaDove si firma?
La domanda: come mai vedo così poco entusiasmo e propaganda per quella buffonata del bikemi? (PS: e visto che se non sbaglio abiti da quelle parti, l'Orso Marcello potrà mai avere bimbi che gli giocano attorno?)
### Su Coruzzi e Scalfarotto ###
RispondiEliminaA me Scalfarotto piace pure, te l'ho detto, ma voi sinistri siete troppo snob, cazzo! quando imparerete a scendere sulla terra, a mescolarvi con la miseria della natura umana?
### Sul bike sharing milanese ###
Mah, perché è una buffonata?
Mi sembra la solita storia tutta italiana, per cui quando le cose le fanno fuori dai nostri confini sono delle gran figate, quando le fanno da noi no, mi pare anche che ci sia un certo investimento: rastrelliere elettroniche, comunicazione, sito internet… boh, io ho le mie biciclette e me ne frego, ma non mi pare una roba da niente.
Forse l’entusiasmo apparente è poco per due motivi: in primo luogo perché in questo Paese non c’è progetto che non si schianti contro burocrati incapaci e ricorsi a ogni pie’ sospinto, e così anche questa cosa è diventata la solita via crucis tra ricorsi pretestuosi e no e polemiche d’ogni tipo… l’altro motivo è più sinceramente, che i nostri politici vedono i problemi con gli occhi dell’ideologia, e così a questa amministrazione delle biciclette frega poco, perché “non è abbastanza di destra”, così come ad altre amministrazioni di altre cose frega poco perché “non abbastanza di sinistra”. Triste a dirsi, ma con sincerità questa è la mia opinione.
### Sull'orso Marcello ###
cercherò di capirci qualcosa, perché è uno schifo.
E tu sei un po' troppo serio, eh? Era una battuta...
RispondiEliminaSul bikemi, no... La buffonata è averle messe solo in centro, chiudere il servizio alle 23, aver bocciato il piano ciclistico... Poi vai sul sito, guarda le piste ciclabili che ci sono e quelle in costruzione e programmate.
Buffonata è troppo gentile. Probabilmente è stata la solita ladrata.
Parigi (che è più piccola di Milano) ha più di 1400 stazioni.
RispondiEliminaPer il 2013 Parigi (che è più piccola di Milano, l'ho detto?) avrà 600 chilometri di piste ciclabili.
Ecco. Da noi stanno per eliminare anche la buffonata dei raggi verdi.
A Parigi (che è più piccola di Milano, lo sapevi?) sono partiti con 10 648 biciclette e 750 posteggi, 24h su 24, su tutta la città... Con un progetto serio di piste ciclabili.
RispondiEliminaTi prego, non paragonare le mele con i rasoi a batteria.
RispondiEliminaParigi è una capitale, la cui pianta è stata completamente ridisegnata nel XIX secolo: strade larghe ampi spazi… Milano è una città medievale cresciuta tra la fine del XIX secolo e la metà del XX.
Circa le dimensioni delle due città: se Parigi aveva 2.153.600 abitanti nel 2005 (6.260.000 nella "Petite Couronne") e Milano 1.298.816 nel 2008 (3.116.576 in tutta la provincia), non ti viene il dubbio che i diversi sistemi amministrativi incidano un po’ nella definizione dei confini delle due città?
Non mi pare che i parigini occupino meno spazio di noi: sono più stronzi, non più piccoli :-)
Eh, no...
RispondiEliminaScusa, ma Velib occupa il terriorio comunale, che è ben definito dai périphériques e dai bois.
E quel territorio comunale è più piccolo (se pur di poco) di quello milanese.
Lo stesso discorso si può fare per le metrò (ok, hanno qualche fermata nei comuni limitrofi, ma sostanzialmente sono tutte dentro il comune di Parigi).
Comunque non hai risposto alla mia domanda: perché così poco entusiasmo?
ma cazzo, certo che ti ho risposto, non mi leggi???
RispondiEliminaho scritto:
"Forse l’entusiasmo apparente è poco per due motivi: in primo luogo perché in questo Paese non c’è progetto che non si schianti contro burocrati incapaci e ricorsi a ogni pie’ sospinto, e così anche questa cosa è diventata la solita via crucis tra ricorsi pretestuosi e no e polemiche d’ogni tipo… l’altro motivo è più sinceramente, che i nostri politici vedono i problemi con gli occhi dell’ideologia, e così a questa amministrazione delle biciclette frega poco, perché “non è abbastanza di destra”, così come ad altre amministrazioni di altre cose frega poco perché “non abbastanza di sinistra”. Triste a dirsi, ma con sincerità questa è la mia opinione."
cùntent? :-)
e c'è una terza ragione: a che pro entusiasmarsi per il bike sharing in una città dove non c’è spazio per le bici?
RispondiEliminaÈ inutile che ti scandalizzi, ma Milano non ha lo spazio per piste ciclabili, a meno di non restringere drammaticamente lo spazio per le auto, che però sono necessarie: non possono essere “cacciate” e basta, né sostituite ideologicamente con i mezzi pubblici, mi spiace.
La mobilità privata esiste ovunque, risponde a esigenze di elasticità del trasporto cui il trasporto pubblico non risponde. Forse noi italiani godiamo troppo a usare l’auto, ma l’auto serve.
E Milano è una piccola città medievale, non mi stancherò mai di ripeterlo, dalle strade piccole e contorte, in cui non c’è spazio per tutti, ed ecco che le piste ciclabili languono.
Spiace anche a me, che in bicicletta ci vado, ma vorrei proprio sapere dove metterle queste benedette piste.
Infine, sai una cosa? a me delle piste ciclabili non importerebbe nulla, se solo fosse possibile liberare la città di pavé e lastroni di pietra: sono loro il vero nemico di noi ciclisti milanesi… ma sono “storici” e non si può…
Certo, certo... Le conosco a memoria le "vostre" motivazioni. Le piste ciclabili non si fanno nemmeno dove ci starebbero autostrade...
RispondiEliminaDiciamo che non si pensa mai alle biciclette, si fanno solo buffonate pubblicitarie. Pezzi di pista ciclabile che finiscono nel nulla, con addirittura le frecce che invitano a proseguire: in fondo a Via San Marco, dove finisci tra i tavolini di un bar, Via Marco D'Aviano, dove prosegui sul marcapiede e poi non si sa...
E poi sarebbe sufficiente spesso la segnaletica, le linee d'arresto differenziate tra bici e auto, la possibilità di prendere ufficialmente delle vie contromano. La Germania è piena di città medioevali.
Qui invece si fanno grandi opere che fanno scena ma nessuna attenzione ai problemi veri. Le bici. Nella cerchia dei navigli e fino alle 23.
Perché non hanno riempito le direttrici principali? La circonvallazione esterna, viale Monza, via Padova, via Ripamonti, tutte i raggi. Ecco, così aveva senso.
Senti, io ti ho detto la mia... sulle "vostre" non ti rispondo.
RispondiEliminaSì, non mi aspettavo nulla di meno mollichiano.
RispondiEliminaMollichianamente: fottiti.
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