I giornalisti, si sa, sono ignoranti. Necessariamente.
Perché devono scrivere su tutto tutti i giorni: un giorno si occupano di cavoli e quello dopo di merende.
Ma neppure questa premessa giustifica il riciclaggio delle notizie, la pubblicazione di fuffa rancida spacciata per informazione.
Oggi il giornalaccio dell’Italia “migliore” lancia in home page un articolo che è la riproposizione di una delle catene di Sant’Antonio più vecchie della rete: quella sulle improbabili chiamate all’assistenza degli utilizzatori di PC.
La storiella sull’utilizzatore che vuole usare “il porta tazza” la leggevo quando ancora mi collegavo a internet con un modem da 9600 bps, sul resto preferirei sorvolare.
Poco conta che la “giornalista” si sia presa una bufala, un po’ di paccottiglia che gli è parsa nobile perché proveniente da una roboante “Robert Half Technology”, e l'abbia pubblicata senza pensarci, significa che scrive di qualcosa che non conosce, che non è all’altezza del suo compito...
Ah... il titolo è Bogart, Humprey Bogart, in “l'ultima minaccia.” un film del 1952 che ha spinto tanti a credere che quella del giornalista potesse essere una professione seria...
Non so se hai visto le "foto" del ragazzo col coltello in testa...
RispondiEliminaSono convinto che è un'altra bufala.
Le hanno pubblicate sia repubblica che corriere...
ho un meccanismo automatico per cui gli occhi "fuggono" subito da queste immagini truculente... ma sono abbastanza sicuro anch'io che si tratti di sòle, tipo i bambini a due teste che nascono in Cina tutte le estati, quando i giornali "seri" non hanno nulla da scrivere e non possono pubblicare le foto del pisello di Casini :-)
RispondiEliminaciao!