È mattina, chiami un amico e lui ti accoglie con un “allora lo firmiamo questo patto di fedeltà alle istituzioni?”.
L’amico è sulfureo.
Lui sarebbe pure un elettore del PD: storico sostenitore delle liste radicali, già nel 2006 votò per Prodi (coperto di contumelie dal sottoscritto, prima durante e dopo le elezioni) per sostenere la sua Emma Bonino.
Quest’anno è molto dubbioso: la sua idea sarebbe di andare alle urne e disegnare un bel fallo sulle schede.
Ogni tanto però sente la Bonino su Radio Radicale, e allora si lascia commuovere dal passato ed è tentato di ridarle il voto.
Poi per fortuna sente Uòlter-mai-stato-comunista, e allora riprende a esercitarsi su un quadernetto, per disegnare quel fallo nella maniera migliore.
Non aspetta i miei insulti, per riprendere subito lo sfogo.
“Tutti e due si candidano per guidare ilo Governo, tutti e due sperano di andare a giurare nelle mani del Presidente della Repubblica, e lui se ne esce fuori con questa storia del patto da firmare davanti alle telecamere, ma che senso ha?”.
E questa riflessione contiene in sé qualcosa di dirompente.
Il leader dello schieramento che accusa Berlusconi di fare spettacolo e non politica ha in un colpo solo delegittimato uno dei più sacri momenti della nostra democrazia, il giuramento di fedeltà alla Costituzione nelle mani del Capo dello Stato, per sostituirlo con una scrittura privata tra i candidati, da firmarsi davanti alle telecamere.
Addio istituzioni, benvenuta televendita.
Vincino dice di Veltroni che è “il Berlusconi del giorno dopo”, senz’altro, ma anche del giorno prima, perché con i suoi gesti rivela la strumentalità di tutti i principi che lui e la sua parte vanno declamando da sempre.
Veltroni è l’antipolitica, perché è nel suo DNA intendere la politica non come arte del governo, ma come strumento del partito, unico protagonista della vita dello Stato. Può dire quel che vuole, può improvvisare tutti i balletti di questa terra, ma pur non essendo mai stato comunista, la filosofia di quel partito gli appartiene.
Ma... ho i miei dubbi. Mi sembra piuttosto che sia la filosofia del berlusconismo a prendere piede.
RispondiElimina