domenica 27 giugno 2010

dammi quattro accordi...

un caro amico dice che, oramai, lui e il suo gruppo scelgono le canzoni cercando di non superare i quattro accordi: si tratta d'un gruppo amatoriale con sempre meno tempo per le prove, e quindi...
Ho pensato a lui riascoltando questo brano: la musica della versione inglese è d'una semplicità disarmante, molto più di quella originale... scritta da Toto Cutugno.
Solo che a cantare c'era una delle prove dell'esistenza di Dio: Ray Charles.
It's happening so suddenly it's hurtin'
runnin' through our fingers now desertin'
we built it all on solid ground
but now it's not so certain

don't want to look into your eyes
and see our good love dyin'.

And all the pain and bitterness today
in every single promise we betrayed
the hurt we never noticed till it wouldn't go away

and if you look into my eyes
you're gonna end up cryin'

Good love gone bad
now all our dreams are broken
closing doors that once were open
knowing in our hearts that it's all over

still deep inside you know you wanna stay
but you can't bring back yesterday
when all the good we had is goin' so bad.

Good love gone bad
we stopped believin'
stopped the wanting, stop the needin'
singin' to ourselves that it was over
still deep inside I know I wanna stay
but it's so hard to go out separate ways
when all the good we had is hurtin' so bad

No good guys or no bad guys
Wrong or right
Sometimes things are not so black and white

You hold on till it kills you
or you finally see the light
And if you look into her eyes
nobody is tryin'.

Good love gone bad
now all our dreams are broken
closing doors that once were open
knowing in our hearts that it's all over

still deep inside you know you wanna stay
but you can't bring back yesterday
when all the good we had is goin' so bad.

Good love gone bad
we stopped believin'
stopped the wanting, stop the needin'
singin' to ourselves that it was over
still deep inside I know I wanna stay
but it's so hard to go out separate ways
when all the good we had is hurtin' so bad

No good guys and no bad guys after all

and all I really know
is I still love you.

Good love gone bad
now all our dreams are broken
closing doors that once were open
knowing in our hearts that it's all over

still deep inside you know you wanna stay
but you can't bring back yesterday
when all the good we had is goin' so bad.

Good love gone bad
we stopped believin'
stopped the wanting, stop the needin'
singin' to ourselves that it was over
still deep inside I know I wanna stay
but it's so hard to go out separate ways
when all the good we had is hurtin' so bad

giovedì 24 giugno 2010

scritta appena ieri...

Gli Italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio... e le partite di calcio come se fossero guerre.

venerdì 18 giugno 2010

buon compleanno Raffaella!


Me lo stavo quasi per dimenticare... e sì che non dovrei, visto che siamo nati lo stesso giorno :-)

giovedì 17 giugno 2010

Giustizia: la prima legge della sinistra colpisce ancora.

Come sanno i miei lettori, la “prima legge” sugli allarmi lanciati dai sinistri è semplice: quando li si sente strillare, i sinistri, su una grave minaccia che incombe sulle nostre teste (democrazia, libertà sicurezza sociale, pace), i casi sono due: o si tratta di una porcata che hanno già commesso e gli è riuscita male, oppure si tratta di una porcata che vorrebbero commettere loro, e stanno cercando di impedire agli avversari di arrivare per primi.

Questa legge vale sia per le porcate vere, sia per le cose buone che si trasformano in porcate perché sbandierate ai quattro venti e poi abbandonate.

Ecco cosa scriveva il PD di Veltroni il 22 febbraio 2008 nel proprio programma sulla giustizia:

…Il divieto assoluto di pubblicazione di tutta la documentazione relativa alle intercettazioni e delle richieste e delle ordinanze emesse in materia di misura cautelare fino al termine dell’udienza preliminare, e delle indagini, serve a tutelare i diritti fondamentali del cittadino e le stesse indagini, che risultano spesso compromesse dalla divulgazione indebita di atti processuali.

E’ necessario individuare nel Pubblico Ministero il responsabile della custodia degli atti, ridurre drasticamente il numero dei centri di ascolto e determinare sanzioni penali e amministrative molto più severe delle attuali, per renderle tali da essere un’efficace deterrenza alla violazione di diritti costituzionalmente tutelati…


Sono semplicemente dei maiali, per i quali le garanzie dei cittadini valgono meno di quel derivato della cellulosa confezionato in rotoli che troviamo nei nostri bagni: per gli amici sinistri i diritti civili sono assolutamente fungibili e sacrificabili, come uno strappo di carta da culo.

P.S., questa merda l'ha riportata a galla un sinistro "per bene", Luca Sofri

venerdì 11 giugno 2010

Elencone, o il ritorno della truffa.

Di truffa si tratta, pura, semplice e reiterata.
Vi arriva una fattura, la vostra contabilità la registra e, se non c’è un sistema rigido di autorizzazioni interne, la paga pure.
Solo che alla base non c’è nessun contratto, nessun contatto, nessun servizio: vi hanno spedito una fattura così come il pescatore getta la reticella sperando che qualche pesce vi resti impigliato.

L’anno scorso, anche noi avevamo ricevuto la fattura di “pagine.it”, e quest’anno la fattura di “elencone”: diversa ragione sociale ma stessa identica truffa.
Avessimo tempo ci sarebbe da spedirla alla Procura della Repubblica, ci limiteremo a usarla per pulirci il culo.

un post pure qui

La giustizia del pesta carne

Saranno decenni che non ne vedo più uno in azione.
Anch’esso è infatti, in qualche modo, il simbolo di una società che non c’è più: più povera e più attenta a trasformare il poco in qualcosa di buono.
Lo si usava per colpire fettine di carne spesso un po’ nervosa, appiattendola e rendendola più morbida, buona per essere quindi impanata in una gustosa cotoletta alla milanese, o messa in padella per fare una bella portata di piazzaiola.

Ecco, se c’è un’immagine che io userei per questa stucchevole polemica sulle intercettazioni e sugli atti d’indagine è quella del pesta carne.

Tutti sanno che intercettazioni e atti d’indagine sono oramai da decenni usate per snervare e ammorbidire gli indagati, per distruggerne la fibra prima di poterseli cucinare: a furia di pestoni infatti dell’indagato non resta più nulla di intero.
Tutto viene ben bene colpito, senza dimenticare nessun particolare, specialmente i più imbarazzanti e meno attinenti con le indagini: vita sessuale, vita familiare, amicizie e relazioni, affinché la fetta di carne resti lì sul tavolo sanguinolenta e isolata, pronta alla resa.

È la strategia dell’inquisitore che Orwell aveva ben descritto in 1984, quella di un potere il cui scopo è annientare, fino alla resa della vittima, anzi alla sua entusiastica collaborazione alla propria messa a morte.
È la tattica che la nostra magistratura, la politica e i pennivendoli che lordano il nome di giornalisti adottano ogni giorno.

L’indagato, come il marito cornuto, scopre i particolari più agghiaccianti su di sé direttamente dai giornali, senza avere la possibilità di dire “né a né ba”.
Altro che pubblicità del processo: da Enzo Tortora in poi (mi secca citare questo nome, ma non è un caso se l’infamia sia divenuta sistema proprio col maxi processo alla camorra di cui è stato vittima) le pudenda dell’indagato sono esposte prima ancora che questo si cali le mutande.

Siamo arrivati a un tale livello che, oramai, non c’è più neppure bisogno di essere indagati.
Prendiamo un esempio a caso?
Claudio Scajola.
Personalmente mi sono fatto l’idea che possa essere un lestofante.
Tecnicamente però il soggetto è solamente una “persona informata dei fatti”, un potenziale testimone non un potenziale imputato.
In attesa che gli atti divengano pubblici per gli imputati, il primo a essere distrutto è stato colui che gli stessi PM paradossalmente sembrerebbero considerare innocente, senza neppure il bisogno di invocare la presunzione d’innocenza.
Lo hanno preso, messo sul tavolo di cucina, e preso a martellate, in modo da sfibrarne ogni nervo, in modo che, in una pozza di sangue, si ritirasse, paria per tutti.

Cosa c’entri la libertà di stampa, cosa c’entri l’obbligatorietà dell’azione penale lo sa soltanto la mente di questi talebani che oramai hanno colonizzato procure, giornali, partiti, che teorizzano la supremazia del sospetto, la lotta senza quartiere e senza rispetto per l’uomo, salvo quando la stessa medicina viene usata con loro.
Sono simili difensori della giustizia i migliori alleati dei corrotti e dei corruttori: la seminagione di paura che riescono a compiere è così proficua da spaventare ogni cuore che abbia ancora un briciolo di sentimento liberale e che, a questo punto, pur di tenere simili barbari lontani dall’uscio, preferisce tollerare ladri e grassatori assortiti.

Un disco per l'estate: Samantha Fox & Sabrina Salerno in 'Call Me'

In quest'epoca di grigiore senza valori, una luce bel buio: tornano due idoli della mia lontana gioventù: Samantha Fox e Sabrina Salerno, evviva!

lunedì 7 giugno 2010

Cambiare regime, in peggio

Christian Rocca, autore del paphlet del 2006 “cambiare regime” ci aggiorna sul trend.
Sembra che, purtroppo, il numero delle dittature non stia diminuendo: dalle 45 della prima edizione del suo libro a 47 in tutto il mondo: le società meno libere del mondo, a pari demerito, sono Birmania, Guinea equatoriale, Eritrea, Libia, Corea del Nord, Somalia, Sudan, Turkmenistan e Uzbekistan e il territorio occupato del Tibet.
Sui 194 paesi del mondo, 58, il 30 per cento del totale, sono «parzialmente liberi», perché segnalano una riduzione dei diritti fondamentali e uno scarso rispetto delle regole, mentre sono 89 quelli «liberi» (46%). A qualcuno spiacerà sapere che tra i paesi liberi è segnata anche l’Italia.

su Camillo

A furia di occuparsi di politica, i preti si dimenticano pure l’essenza della loro missione.

Ha proprio ragione Langone, le parole del portavoce del Vaticano sull’assassinio di monsignor Padovese sono incredibili.

Impegnati come sono a fare “politica estera”, o semplicemente politica, i preti sembrano persino incapaci di rappresentare un omicidio per quello che è. Desiderosi di un impossibile appeasement e di un’ipocrita equidistanza (o equivicinanza?) con i “fratelli musulmani”, sono veloci a derubricare il frutto d’una ideologia politica a semplice ammattimento del singolo.

Così facendo, tradiscono il significato religioso del sacrificio (e di questo potrebbe fregarcene pure poco) e tradiscono il significato laico dell’omicidio (e di questo ce ne può fregare di più, perché attiene alla messa in pericolo delle nostre libertà).

Quando si dimentica la propria ragion d’essere, finisce sempre così, ci si riduce come un’Alba Parietti qualsiasi, che dice la propria su ogni cosa, ma non sa più il perché.

Su "il Foglio"

venerdì 4 giugno 2010

Siam pacifici viaggiatori, con pistole e coltelli



Che siano morte nove persone è tragico, ma io resto convinto che né il mahatma Gandhi né più modestamente Marco Pannella sarebbero saliti su nessuna di quelle navi.
S’è trattato dell’ennesima trappola mediatica per Israele e l’occidente, ed entrambi ci sono caduti con tutti e due i piedi.
Anche se può sembrare irrispettoso per dei morti (alcuni dei quali peraltro sembra ne debbano essere lieti, visto che cercavano il martirio), questo video è un modo come un altro per mostrare che, ancora una volta, Israele è la vittima.