giovedì 25 marzo 2004

mercoledì 24 marzo 2004

Una domanda stupida di un blogger iracheno chiede ai pacifisti: secondo voi perché in Iraq non ci sono state grandi adunate contro la liberazione?

Quando ho visto le manifestazioni pacifiste che si sono svolte in numerosi paesi del mondo in occasione dell'anniversario della guerra contro Saddam, non ho potuto fare a meno di pensare, ancora una volta: perché fanno una cosa simile? Ci sono state un paio di dimostrazioni, molto più piccole, anche in Iraq (alcune centinaia di persone, con alla testa dei fanatici religiosi, di cui nessuno può dire se non fossero lì soltanto per gli avidi occhi dei media), ossia il paese che i pacifisti sarebbero scesi in piazza per difendere.
Ho avuto molte difficoltà a capire perché i pacifisti volevano impedire questa guerra, e ora ne ho ancora di più a capire perché vogliano impedire alla Coalizione guidata dagli Usa di dare il proprio aiuto per la ricostruzione e la democratizzazione dell'Iraq. Sono certo che qualcuno era stato pagato per manifestare, e qualcun altro semplicemente ingannato; ma questo ragionamento non può essere esteso a tutti i pacifisti, che ho sempre ritenuto persone buone, con un grande senso di umanità, abbastanza oneste per non farsi corrompere e abbastanza intelligenti per non lasciarsi ingannare.
La risposta a questa domanda si è fatta più chiara mano a mano che il tempo e gli eventi hanno rivelato buona parte di ciò che, a prima vista, era per me difficile da comprendere dal luogo in cui vivo. Il modo in cui la maggior parte dei pacifisti ha reagito a questi eventi ha fornito gli anelli mancanti. Continuo a pensare che siano persone buone e intelligenti, ma non posso più dire che siano oneste. Mi dispiace, amici miei, in quanto proprio l'onestà era il vostro punto più forte, o almeno così voi pensavate; però, se mi lascerete viaggiare attraverso la vostra coscienza e avrete la pazienza e la modestia di seguirmi in questo viaggio (che è esattamente ciò che ci si aspetta dalla gente onesta), potremo forse giungere ad un accordo oppure a ridefinire i termini del nostro disaccordo, il che, io penso, andrà a vantaggio di tutti. Non c'è nemmeno bisogno di dire che avete il diritto di fare la stessa cosa con me, e io sono pronto ad andare fino in fondo.
Allora: perché dovrei giudicarvi così severamente, e quali sono le mie prove?
Per cominciare, anch'io, come tutti, penso che la guerra sia un modo detestabile e spesso disastroso per risolvere i conflitti, ma sono pure convinto che tutti noi siamo d'accordo sul fatto che in certi casi è l'unica soluzione possibile. Questo ci permette di restringere il campo del nostro dibattito a quest'ultima guerra contro Saddam e forse ad altre che saranno presto combattute nella lotta contro il terrorismo. Ritengo che se due nazioni, per risolvere i loro dissensi, invece di ricorrere alla diplomazia, decidessero di dichiararsi guerra, saremmo entrambi contro questa guerra, a meno che voi crediate che la maggioranza di noi appoggi questa guerra per soddisfare la propria sete di sangue.
Vediamo dunque per quale motivo voi (i veri pacifisti) vi opponete a questa guerra.
Penso che quasi tutti siano d'accordo sul fatto che quando parliamo dei "veri pacifisti" ci riferiamo a coloro che vivono nel mondo libero, dato che i popoli del Terzo Mondo sono o disinteressati e impegnati a sfamare i propri bambini e a trovare un tetto per la propria famiglia, mentre allo stesso tempo cercano di tenersi il più alla larga possibile dai tiranni che controllano il loro destino, cosa che può spingerli a seguire l'atteggiamento del governo, oppure sono guidati dal fanatismo religioso, e, nel mondo arabo, probabilmente anche dal nazionalismo arabo, a schierarsi contro questa guerra.

La differenza fra noi e voi
La pace è ciò per cui costoro (i veri pacifisti) stanno combattendo e non ci può essere obiettivo più nobile di questo. Ma, posso fare una domanda: in che mondo vivete? Una domanda sciocca e irrilevante? Non credo proprio. Quale genere di pace state cercando? La vostra, o quella del mondo? Pensate davvero che sia un mondo così bello e pacifico che a nessuno deve essere permesso di toccarlo? Veramente, che domanda sciocca ho fatto! Certo che lo è! Voglio dire, alcuni di voi non hanno sentito uno sparo da anni e anni a questa parte, e qualcuno vive in paesi che non hanno combattuto una guerra da oltre un secolo.
La vostra vita non è stata certamente facilissima, ma avete mai avuto paura che i vostri figli potessero morire di fame? O avete mai vissuto con il terrore che, nel mezzo della notte, qualcuno sfondi con un calcio la tua porta di casa e si porti via un tuo parente? E, cosa ancora peggiore ­ ma che a voi non sembra così importante ­ avete mai dovuto piegare la vostra testa senza mai sollevare gli occhi da terra per paura di incontrare quelli di un uomo della sicurezza, che potrebbe vedervi uno sguardo di sfida? Oh, mio Dio! Ecco, che continuo a fare domande stupide! Perché, naturalmente, per voi tutto questo non conta nulla; perché, se sentiste veramente che spaventosa umiliazione rappresenta tutto questo per l'anima sacra di ognuna delle creature di Dio, non sareste rimasti così pazientemente ad aspettare che le sanzioni avessero effetto e che gli ispettori finissero il loro lavoro. Ma naturalmente non conta nulla, e sapete perché? Semplicemente perché non è capitato a voi. E' capitato ad altri, che vivono lontanissimi, è così a voi sembra meno reale, tanto che potete facilmente buttarlo dietro le vostre spalle quando vi mettete a discutere di guerra, e mostrarvi improvvisamente preoccupati per come gli americani ci stanno trattando. Voglio dirvi una cosa: gli americani non ci stanno "trattando" in alcun modo; ci stanno aiutando, proteggendo, istruendo, amando e stanno stringendo amicizia con noi. E' una cosa difficile da digerire per voi, lo so, perché vi fa sembrare cattivi a voi stessi; ma non è poi così difficile come sembra, visto che tutti facciamo errori, e spesso molto grandi, e non è mai troppo tardi per riconoscere di essersi sbagliati.
Sono forse così stupido e ingenuo da pensare che cambierete idea? No, perché credo ancora che siete persone buone, ed è su questo che conto quando dico che ho speranza in voi e non vi considererò mai come dei nemici. Pensate soltanto un'altra volta a tutto il dolore e le sofferenze che affliggono questo mondo; ma questa volta, immaginatevi a raccogliere le ossa dei vostri figli e dei vostri fratelli da una sepoltura di massa, dopo averne perse le tracce per venti o trenta anni, e sapendo che non sono morti in pace. No, sono morti torturati, stuprati e trattati come animali, costretti a chiedere in ginocchio di ricevere un colpo di pistola alla testa. Pensate a questo e poi provate a spiegare perché vi opponete a questa guerra. Al mio vicino, ad esempio, che sta ancora cercando la fossa comune in cui sono stati gettati i suoi due figli, portatigli via ventuno anni fa, quando frequentavano ancora l'università, e senza sapere per quale motivo. Provate a spiegarlo ad un altro mio vicino, che aveva convinto il fratello, il quale aveva disertato l'esercito al tempo della guerra con l'Iran, a ritornare sfruttando il perdono presidenziale che era stato annunciato in tv e sui giornali, soltanto per vederlo il giorno dopo chiuso in una bara con la scritta "traditore", e con l'ordine di non celebrare alcun funerale. Poi, due settimane dopo, ricevette una lettera in cui si diceva che il fratello era stato ucciso per errore, ed era concesso di celebrare i funerali!
Potrei continuare a parlare e raccontare per mesi e anni, e ci sono storie ancora più spaventose, ma il mio cuore non può sopportare il ricordo di tanto dolore. Spero che voi abbiate un cuore più saldo quando cercherete di spiegare a queste persone che vi siete opposti alla loro liberazione perché convinti che i vostri leader politici vi avevano mentito sulle ragioni per entrare in guerra. Provate a spiegargli che la colpa era dell'America e non di Saddam, e che per questo vi siete opposti quando l'America ha deciso di toglierlo di mezzo e di dare libertà e pace al popolo iracheno. Ecco un'altra volta la mia sciocca domanda: dove vivete? Dato che noi, che appoggiamo questa guerra contro la dittatura e il terrorismo, viviamo in questo mondo, questo brutto mondo che noi stiamo cercando di cambiare e che voi invece state cercando di mantenere nel suo stato di sempre. Dunque: in che mondo vivete?
Ali, iraqthemodel.blogspot.com
tradotto e pubblicato da "il Foglio" del 25 marzo 2004

E poi dicono: non sparate sui capi

Hanno appena fermato un ragazzo, ben rivestito di tritolo...
Credo che questo chiuda ogni discussione: tra i bambini e i mandanti, far fuori i mandanti mi pare decisamente meglio...
In linea di principio non ho mai ben compreso perché si possano ammazzare i poveracci (soldati e/o terroristi), e invece si debba tenere salva la vita di chi li comanda (dittatori e/o (capi spirituali"), mi pare una sorta di razzismo di classe, ad uso tra l'altro di un ceto ( i boss) che almeno può scegliere, mentre gli esecutori sono spesso stritolati in macchine in cui non hanno nessun potere.
A chi sostiene che, nel merito, gli omicidi mirati spiazzano gli arabi moderati e radicalizzano il conflitto e tutte queste cose qui c'è una sola risposta da opporre: sì è vero ci sono anche gli arabi moderati, e sono sicuramente la maggioranza, ma sono schiacciati da queste bande di assassini ricchi di denaro e armi, che usano il loro potere per opprimere prima di tutto i loro popoli: ognuno di questi assassini in meno (in carcere come Saddam, o sottoterra come Yassin) è un favore fatto in primo luogo al popolo arabo.

martedì 23 marzo 2004

Poi prendono per il culo Totti

Al direttore - La notizia (falsa) di un bambino ucciso dalla polizia fa sospendere una partita. Non la fa sospendere la notizia (vera) di 200 morti e 1.400 feriti per mano del terrorismo. Poi prendono per il culo Totti.
Luigi Castaldi, Napoli

Il Foglio, lettere al direttore

lunedì 22 marzo 2004

Nuovo giro di valzer per i radicali

Ma non erano pronti a coltivare le margherite? Gli amici radicali si innamorano e disinnamorano troooppo in fretta... sono addirittura più scostanti di Bossi!

I RADICALI E LA CDL. CAPEZZONE: PER L'INTESA ESSENZIALI RIFORME

Presidenzialismo all'americana e all'uninominale secco, politiche economiche liberiste. Dove sono finite queste battaglie?

Daniele Capezzone, segretario Radicali Italiani''Occorre persuadere i radicali che possono avere ancora la possibilita' di raggiungere un'intesa politica, anche circoscritta, con il centro-destra e persuadere la CdL a non rimuovere piu' la questione radicale''. Risponde cosi' il segretario dei radicali italiani, Daniele Capezzone, agli esponenti di An Maurizio Gasparri e Italo Bocchino in un pubblico confronto a palazzo Valdina. L'esponente radicale ricorda la scelta del '94: sette radicali candidati al nord con il sostegno del centro-destra ma Pannella candidato a Roma contro Gianfranco Fini. ''Berlusconi - prosegue Capezzone - venne 10 giorni dopo a dirci si' al presidenzialismo all'americana e all'uninominale secco; un anno dopo, arrivo' la nomina di Emma Bonino a commissario europeo. Dove sono finite queste battaglie, le politiche economiche liberiste, le riforme per i cittadini, l'impegno per la riforma dell'Onu? Su questo fronte - aggiunge il segretario dei radicali italiani - lavoriamo con Bush, i falchi e Soros e non riusciamo a lavorare con il governo del nostro paese. Sono scoraggiato dal cammino politico del centrodestra e del centrosinistra. Quest'ultimo, ha bisogno di trovare all'estero un leader socialista per poi rinnegarlo: esaltarono Blair, poi Lula e ora Zapatero, che non e' quello che pensano loro. Occorre, soprattutto per il centrodestra - conclude Capezzone - uno scatto nella propria politica''.

fonte: Linoonline

Tanto per capirci

C'è qualcuno che ammazza i leader terroristi, ci sono leader terroristi che trasformano i bambini in aspiranti suicidi... e ci sono finte vergini che urlano allo scandalo.

La sola critica da muovere al Mossad ed all'esercito israeliano è sulla loro pigrizia...

Questo collegamento era in libero pensiero

In morte di un assassino

Valori cristiani e buona creanza vorrebbero che si inorridisse di fronte ad un assassinio, come quello dello sceicco cieco di Hamas.
Un robusto senso della realtà invece ci spinge a festeggiare: la morte di un assassino, di un lurido omicida di civili della parte avversa e della propria parte, in questo caso in prevalenza giovani e giovanissimi, non può che sollevarci.
Uno di meno.
Uno in più a spiegare ai suoi complici che non ci sarà pace per loro, che potranno nascondersi quanto vogliono, ma prima o poi faranno la stessa fine.
Chissà che ciò non li riduca a più miti consigli.

I giornalisti - Honoré de Balzac

Ed eccoci a un libro scoperto per caso, scanalando alla radio mentre tornavo dalla visita a un cliente (ebbene sì, riesco a fare zapping persino sull'autoradio).
Questo libro ha oltre centosessant'anni, ed è di stretta attualità. Uno per uno, giornali e giornalisti, sono descritti nella loro essenza, e, mentre avanza la descrizione, la loro figura assume le sembianze di quel direttore, di quella testata, che tu conosci tanto bene e alla fine è una gara: quella ad assegnare i nomi di oggi alle pagine di un libro di ieri.
Il libro è stato pubblicato in Italia da una piccola casa editrice, nel 1992: è meglio avere un libraio di fiducia, cui fare l'ordine.
I giornalisti - Honoré de Balzac, Abramo, 8 euro

Koba il terribile - Martin Amis

Per chi ancora coltivasse l'illusione che "la rivoluzione d'ottobre era buona, è stato Stalin che..." questo libro è un bel viaggio nell'inferno concentrazionario dell'Unione Sovietica, pre e durate Stalin.
Dalla rivoluzione in poi, un lungo cammino costellato di morti, scientemente ricercati, per costruire l'uomo nuovo sovietico.
Una descrizione che ha a volte dell'incredibile, a cui non riesci ad abituarti lungo tutto il libro.
Nel suo sforzo di documentare l'orrore di un sistema, il libro però fallisce un obiettivo: quello di spiegare come sia stato possibile che così tanti ci credessero (o facessero finta) all'esterno dell'Unione Sovietica, come la cultura europea ed americana non siano riuscite a sviluppare per quell'esperimento lo stesso orrore di cui è circondato il nazismo. Nonostante le piccole figure di intellettuali europei e statunitensi che incontriamo nel libro, e nonostante il loro evidente fallimento, nessuna riesce a rispondere a questo perché.
Koba il terribile - Martin Amis, Einaudi, 17 euro

domenica 21 marzo 2004

Fassino, o della sindrome della moglie puttana

Postulato: a me i pacifisti stanno sul cazzo, loro e la loro idea che si possa stare su questa terra senza prendersi mai una sola responsabilità.
Corollario: i leader dei pacifisti a me danno l'idea di fannulloni con scarsa propensione alle saponette, da associare alle patrie galere, anche perché mostrano una pericolosa tendenza a fare i "cattivi maestri", e quelli che abbiamo già avuto ci fanno pagare ancora oggi il prezzo della tolleranza verso di loro esercitata.
MA: ma non riesco a non chiedermi perché mai il buon Fassino si lamenti per le aggressioni subite al corteo dei "pacifisti".
No, non è perché "gliele avevano promesse", ma perché il suo è uno stupore ipocrita, simile a quello della starlette che mostra le tette in chiesa, e si stupisce dello scandalo... o della moglie un po' puttana, che si stupisce della rabbia del marito.
Per quale motivo gli estremisti della pace in corteo a Roma avrebbero dovuto apprezzare la partecipazione di Piero Fassino? Forse che solo la partecipazione del segretario dei DS poteva dare il bollino di "democratico" al loro corteo?
Piero Fassino e i suoi accoliti hanno un bel gridare allo squadrismo pacifista, la realtà è più semplice: hanno preteso ancora una volta di tenere il piede in tre scarpe, di essere pacifisti, a favore delle truppe in Iraq con l'egida dell'ONU, a fianco dei militari italiani, e chissà che cos'altro, tutto allo stesso tempo.
Al di là della loro natura gaglioffa, cosa avrebbero dovuto fare quei gentiluomini che hanno contestato Piero Fassino? Accoglierlo gettando rami d'ulivo al suo passaggio? prostrarsi dinanzi al Papa rosso (anzi rosé)? O, come si fa in ogni buona democrazia, dirgli in faccia che non può di fare il pesce in barile in Parlamento e poi pretendere i loro applausi.
I pacifisti non saranno delle signore beneducate, ma i cari DS devono solo (e finalmente)decidersi, rinunciare alla pretesa di stare simpatici a pacifisti e interventisti, di essere il centro di tutto e del suo contrario; tengano ogni piede in una scarpa sola, sarà più facile anche percorrerli, i cortei.

venerdì 5 marzo 2004

Giuliano Ferrrara, il facile profeta...

Il risultato del divieto opposto dal sindaco Veltroni alla manifestazione di piazza Santi Apostoli favorevole alla grazia per Priebke è già raggiunto. Un gruppo di disobbedienti, capitanato dal simpatico pazzoide-merdaiolo (spargitore di letame) e manifestante violento Nunzio D'Erme, ha sequestrato per sé l'antifascismo, convocando una manifestazione ricattatoria e deliberatamente violenta nella stessa piazza e mettendo nei guai il prefetto Achille Serra in quanto autorità delegata alla tutela dell'ordine pubblico. Chissà come andrà a finire, quel che è sicuro è che l?antifascismo e la memoria dello sterminio degli ebrei d'Europa così finisce in merda.

(risposta sul Foglio di oggi a una lettera di Duccio Trombadori)

giovedì 4 marzo 2004

Mutande per tutti

Se il videogioco «Mafia» offende la Sicilia ed è a «rischio divieto», in Inghilterra chi offende il senso del pudore britannico non ha scampo: viene direttamente cancellato. La pubblicità della linea di lingerie di Elle McPherson è stata vietata perché la donna ripresa dal collo in giù metteva le sue mani nelle mutandine. E l'autoerotismo, si sa, acceca (da il manifesto di oggi)

mercoledì 3 marzo 2004

Beh, si parte

Benvenuti...
devo ancora capire bene come va la baracca, ma insomma...
Saluti e caci a tutti...

Giustizia: allora è vero, hanno le pigne nella testa!

Mah, sarà che sono un po' tordo, ma mi pareva che gli elettori del cavaliere, almeno una cosa se la potessero legittimamente attendere: che questi prendesse l'accetta e separasse le carriere con un bel taglio netto.

A tre anni dalla vittoria elettorale, non solo l'accetta è ancora nella sua custodia, ma è bastata la minaccia dell'ennesimo sciopero da golpisti per far emergere una inattesa voglia di appeasement, e si sente nell'aria un "stavamo scherzando, in fondo non è importante", ma andate a fanculo!